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Oggi in tv appuntamento con Dorian. L’arte non invecchia

Medardo Rosso e Ardengo Soffici

Oggi in tv appuntamento con Dorian. L'arte non invecchia Oggi in TV:: Dorian. L'arte non invecchia. Arturo Martini

Sono Medardo Rosso e Ardengo Soffici i portagonisti di “Dorian. L’arte non invecchia”, in onda in prima visione venerdì 24 maggio alle 19.30 su Rai 5, con interessanti materiali d’archivio introdotti da Lorenzo Balbi, direttore del Museo d’arte Moderna di Bologna. Attraverso un documentario del 1959 si ripercorre la vicenda artistica tra l’Italia e la Francia del grande scultore Medardo Rosso, uno dei massimi del suo tempo, con le testimonianze di Carlo Carrà e Ardengo Soffici, che finalmente lo imposero all’attenzione del pubblico e della critica italiana. Poi si approfondiscono la vicenda artistica e culturale di Ardengo Soffici, anche attraverso la voce dell’artista, e il suo apporto consapevole e articolato alla cultura italiana dei suoi tempi.

Soffici nel 1900 decise di abbandonare l’ambiente ristretto in cui viveva e, imitando alcuni amici artisti, tra cui Giuseppe Graziosi, si recò a Parigi. A Parigi Soffici lavora come illustratore su riviste importanti come L’Assiette au Beurre; è malpagato e conduce una vita di stenti e rinunce. Qui però ha la possibilità di incontrare artisti emergenti e già affermati come Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso e Max Jacob, e frequentare il mondo vivace che si era formato intorno alla rivista La plume.

Per quest’ultima e per L’Europe artiste scrive numerosi articoli. Importanti anche gli incontri con artisti e scrittori italiani, come Giovanni Vailati, Emilio Notte, Mario Calderoni, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, con il quale, nonostante la diversità di carattere, al ritorno in Italia stringerà una forte amicizia. È in questo periodo che si formano le radici di Soffici scrittore. Egli infatti inizia a scrivere articoli di critica d’arte, che invia al Papini. Gli articoli saranno pubblicati sul Leonardo con lo pseudonimo di Stefan Cloud (“nuvola di corone”, ma forse solo “Stefano Nuvola”). Rientrato a Firenze nel 1907, Soffici consolida la sua bella amicizia con Papini.

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