Vai al contenuto

PARSONS DANCE – Il ritorno della celebre compagnia americana, fra nuove creazioni e storiche coreografie

PARSONS DANCE - Il ritorno della celebre compagnia americana, fra nuove creazioni e storiche coreografie PARSONS DANCE - Il ritorno della celebre compagnia americana, fra nuove creazioni e storiche coreografieLa compagnia Parsons Dance, con i suoi quasi quarant’anni di spettacoli e i suoi ballerini che trasmettono gioia di vivere, e dalle più incredibili doti e tecniche artistiche, dopo due anni di fermo forzato torna a grande richiesta in Italia con un nuovo tour che inizia al Teatro Olimpico martedì 8 novembre per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana e prosegue in tutta Italia a dicembre. Parsons Dance interpreta al meglio l’avvincente visione artistica del suo coreografo, David Parsons, e include nel proprio repertorio di coreografie originali – esaltate dal gioco di luci del lighting designer Howell Binkley, vincitore di un Tony Award per lo spettacolo di Broadway Hamilton – due nuove coreografie di Parsons che faranno il loro debutto proprio in questo tour italiano: The Road e Balance of PowerAccanto a queste novità, tre storiche coreografie del repertorio di Parsons, adorate da sempre dal pubblico italiano, completano lo spettacolo al Teatro Olimpico: Shining StarThe Envelope e Caught.  

Durante la pandemia” racconta David Parsons, “io mi sono assunto la responsabilità di essere come una guida per i miei ballerini, ho cercato di tenerli fuori dai loro appartamenti e di farli ballare. Non sono mai entrati in contatto con nessuno; avevano solo un Airbnb, il loro furgone e il loro studio isolato in cui nessuno poteva entrare. Abbiamo fatto davvero un buon lavoro. E ora che siamo pronti per esibirci, sono in condizioni eccellenti, e fiduciosi. Hanno bisogno di esibirsi, e non poteva esserci occasione migliore per Parsons Dance che tornare in un grande tour come questo in Italia. Siamo tutti incredibilmente eccitati e …siamo pronti!”

Inoltre, solo per le repliche romane al Teatro Olimpico, tornerà a far parte della Compagnia, con cui ha danzato per 9 anni, la bellissima e talentuosa ballerina Elena D’Amario che si esibirà in un pas-de-deux intitolato Finding Center, concepito da Parsons esclusivamente per lei. “Condivido con David e tutta la Compagnia l’immensa gioia e l’emozione di tornare a ballare in Teatro: per noi danzatori, infatti, esibirci di fronte al pubblico è parte essenziale della nostra arte e linfa vitale per la nostra stessa creatività. Per me poi è un vero privilegio tornare a danzare con la Parsons Dance, con cui mi sono esibita per quasi dieci anni nei maggiori teatri di tutto il mondo, proprio qui a Roma che è diventata ormai la mia città” dice Elena D’Amario. “Le opportunità che l’incontro con David mi hanno dischiuso quando ero appena ventenne sono state immense e gli sarò per sempre riconoscente. La sua generosità verso i giovani talenti si è confermata anche in questa occasione: Samu, concorrente di Amici 21, infatti, nella tappa del tour di Parsons Dance a Roma, potrà vivere un’esperienza a tutto tondo che gli permetterà di prendere parte alle lezioni, alle prove e allo spettacolo della compagnia”.

Siamo molto orgogliosi del fatto che Elena abbia ballato con noi in tutto il mondo”, dice con entusiasmo Parsons. “Il suo talento, la sua passione e dedizione alla danza, continuano a ispirare me e tanti altri”.

 

LE NUOVE COREOGRAFIE

The Road è la storia di un viaggio, dimostrato visivamente dai ballerini che, per la maggior parte del pezzo, si muovono da un lato all’altro del palco creando un flusso continuo di movimento. David Parsons ha ideato la coreografia sulle note di Peace Train, di Trouble e di altre canzoni iconiche del grande artista nominato a un Grammy Award e ufficialmente entrato nella Rock and Roll Hall of Fame, Yusuf/Cat Stevens. “Yusuf è un artista singolare”, spiega David Parsons nel descrivere perché ha scelto Cat Stevens come sfondo musicale per The Road. “La sua musica ci conduce in viaggi emozionali con cui tutti noi possiamo relazionarci. Ho scelto Cat Stevens perché lo ascoltavo da ragazzo, ed ero commosso dai suoi testi, che parlano di bambini, del rapporto tra gli esseri umani, di tematiche che toccano tutti noi e che lui approfondisce mantenendo un tono incredibilmente ottimistico. Sono testi che resistono alla prova del tempo. Cat Stevens, allora, era una delle più grandi star del mondo grazie all’indubbio valore della sua produzione artistica. È un musicista eccellente e ha voce incredibile, che ti avvolge. Ripensandoci, è interessante quello che ho passato come coreografo: è stato quando l’American Ballet Theatre mi commissionò di fare un pezzo per George Harrison, che ho iniziato a capire che ero attratto da queste persone così profonde e sagge, per questo ho cominciato a studiarle. Il viaggio spirituale che fece Harrison è molto simile a quello che fece Cat Stevens: nelle loro vite hanno intrapreso un percorso di ricerca spirituale, quasi come per cercare di capire la vita in sé; impresa non certo facile, ma erano, quanto meno, curiosi di provarci. In passato ho creato un’altra coreografia per un’altra super star entrata nella Rock and Roll Hall of Fame, Mister Bill Withers. C’è, quindi, qualcosa nei testi di alcuni artisti che mi cattura, e la scelta di alcuni pezzi di Cat Stevens è stata decisamente per questo motivo. Ho chiamato la coreografia The Road perché pensavo alla strada su cui si trovava Yusuf, e poi perché la coreografia va in una sola direzione: da sinistra a destra del palco, quindi il pubblico ha la sensazione di muoversi costantemente su una strada, e quella è una visione in cui tutti noi possiamo ritrovarci, perché tutti, in questo pianeta, intraprendono una strada, un percorso di vita; dunque, quell’immagine di muoversi costantemente in una direzione senza mai tornare indietro, è una metafora per molti di noi e che possiamo capire. E proprio per la portata della musica di Cat Stevens, che è immensa, ho deciso da subito di utilizzare per The Road la compagnia al completo. Come ho già detto, i valori della sua produzione sono fantastici, per cui era necessario che vi fosse una corrispondenza con le immagini, con gli stimoli visivi generati dalla coreografia”.

Balance of Power è un assolo che David Parsons ha creato nel 2020 in collaborazione con il compositore/percussionista italiano, Giancarlo De Trizio, per l’acclamata ballerina della compagnia, Zoey Anderson. “È stato all’inizio della pandemia, che ho iniziato a lavorare con Giancarlo De Trizio, un percussionista che lavora On Broadway – in Hamilton, per esempio – e Zoey Anderson. Durante lo sviluppo creativo e il processo coreografico, De Trizio è stato in studio tutto il tempo, e questo rende Balance of Power ancora più intrigante perché mette in luce l’equilibrio di potere tra musicista, ballerino e coreografo. Ogni movimento che Zoey Anderson fa, fosse anche solo un battito di ciglia, ha un suo corrispettivo sonoro, è perfettamente accordato a uno specifico suono di batteria: un ottimo modo per evidenziare i movimenti di un solo ballerino in rapporto ai ritmi delle percussioni. Balance of Power si basa sul concetto del Bolero di Maurice Ravel, che inizia molto lentamente e in sordina, e finisce in un ritmo frenetico e a tutto volume, in un’enorme e selvaggia cacofonia di suono e movimento. Balance, l’equilibrio, ovvero la resistenza e il controllo del ballerino che coordina e accorda i propri movimenti a ciascun suono delle percussioni, è certamente chiave in questo pezzo. L’equilibrio è qualcosa che tutti conosciamo. Il potere dell’equilibrio è qualcosa che è innato in tutti noi. L’equilibrio emotivo e fisico di molti di noi è stato influenzato dalla pandemia, e questo pezzo in qualche modo vuole essere come un promemoria per ricordare alle persone che l’equilibrio, nella loro vita è importante, e se ne devono rendere conto. Devono tenere d’occhio dove si trova il loro equilibrio nel mondo e nella società perché è un attimo perderlo: si può perdere dalle notizie, da Internet, dal non essere a contatto con la natura, dal non essere umani, e le persone tendono a perderlo molto spesso; a volte, totalmente. Durante la pandemia, a mio avviso, c’è stato come un risveglio collettivo in cui molte persone hanno scoperto o capito quanto importanti sono la natura e gli animali e il loro potere di bilanciare gli esseri umani: per questo hanno preso dei cani, per esempio, o hanno iniziato a trasferirsi fuori dalle città, ad assicurarsi che avessero la luce del sole.

LE COREOGRAFIE “CULT”

Shining Star, un’opera che Parsons ha creato per Alvin Ailey American Dance Theater nel 2004, eseguita per la prima volta da Parsons Dance nel 2008 e descritta dal New York Times come “una danza di gruppo elegante, divertente e sexy”.

The Envelope, ideata nel 1984 sulle rinomate musiche di Gioachino Rossini, che mette in scena la stravagante storia di una lettera che ritorna in continuazione al mittente per quanto questi cerchi di liberarsene.

Caught, incredibile e sempre elettrizzante assolo del 1982, una fusione mozzafiato di arte e tecnologia sulle musiche di Robert Fripp, che richiede da parte del ballerino una resistenza atletica pazzesca in una frazione di secondo: grazie, infatti, a un gioco di luci stroboscopiche, l’illusione che il ballerino possa contrastare la forza di gravità e librarsi a mezz’aria, ha reso questo pezzo, nel corso degli anni, tra le coreografie senza dubbio più acclamate di David Parsons.

DAVID PARSONS (Direttore Artistico/Fondatore)

David Parsons ha avuto una straordinaria carriera come direttore, coreografo, performer, insegnante e produttore. Nato a Chicago e cresciuto a Kansas City, nei primi anni della sua carriera si è esibito con The Paul Taylor Dance Company, New York City Ballet, Berlin Opera e The White Oak Dance Project, fondato da Mikhail Baryshnikov e Mark Morris.

David Parsons ha creato per la Parsons Dance più di 80 lavori. Gli sono stati commissionate coreografie dall’American Ballet Theatre, il New York City Ballet, Alvin Ailey American Dance Theater, Batsheva Dance Company, Spoleto Festival e Het Muziektheater ad Amsterdam, solo per citarne alcune.

I suoi lavori sono stati eseguiti, tra gli altri, da Paris Opera Ballet, National Ballet of Canada, Joffrey Ballet, Hubbard Street Dance Chicago, Ballet do Theatro Municipal do Rio de Janiero.

Ha lavorato su molti e diversi progetti, come la Millenium Celebration a Times Square, il film Fool’s Fire di Julie Taymor, l’Aida all’Arena di Verona, AEROS con la Federazione Rumena di Ginnastica, e sulla produzione italiana di Hair. Ha coreografato e diretto Maria de Buenos Aires per la Gotham Chamber Opera e Remember Me, una collaborazione con l’East Village Opera Company.

Come regista e coreografo ha collaborato con molti differenti artisti come John Corrigliano; Earth, Wind and Fire; Morton Gould; Donna Karan; Alex Katz; William Ivy Long; Santo Loquasto; Dave Matthews; Milton Nascimento; Robert Rauschenberg; Steely Dan; Dr. Billy Taylor.

David Parsons detiene un dottorato onorario ed è stato il primo a ricevere la borsa di studio Howard Gilman per completare il suo MFA alla Jacksonville University. Ha vinto il Dance Magazine Award nel 2000, l’American Choreography Award nel 2001 e il Dance Masters of America Award nel 2011.

È stato definito dal New York Times “uno dei grandi motori della danza moderna”.

Elena D’Amario, è una ballerina professionista di danza moderna che è riuscita a fare della sua passione la sua professione. Vive tra gli stati Uniti D’America e l’Italia. Già Prima Ballerina della prestigiosa compagnia internazionale Parson’s Dance Company, ha avuto l’occasione di danzare nei più importanti teatri al mondo e vanta oltre 20 tour mondiali come prima ballerina.

Ha ottenuto vari riconoscimenti e nominations ai più importanti award della danza mondiale, tra cui la nomination, nel 2016, al Clive Barnes Award (l’Oscar della Danza).

Da diversi anni è anche ballerina professionista nonché coreografa nel programma “Amici di Maria De Filippi”. Ha effettuato varie collaborazioni con cantanti come Achille Lauro, Emma Marrone, Nek e nel 2022, ha accompagnato Elisa Toffoli nella serata delle cover al Festival di Sanremo con il duetto cantato e ballato sulle note di What a Feeling. Nel 2021, ha scritto il suo primo romanzo autobiografico, Salto, edito da Mondadori.

 

 

HOWELL BINKLEY (Lighting Designer/Co-fondatore)

Howell Binkley è con David Parsons il fondatore della Parsons Dance per la quale ha creato i designi luce per più di 70 brani. I suoi lavori a Broadway includono: Prince of BroadwayCome from Away (Nomination ai Tony Awards 2017), HamiltonAllegianceAfter Midnight (Nomination ai Tony Awards 2014), How to Succeed… (Nomination ai Tony Awards), West Side Story (Nomination ai Tony Awards 2009), Gypsy starring Patti LuPoneIn the Heights (Nomination ai Tony Awards 2008), Avenue QThe Full MontyParadeKiss of The Spider Woman (Nomination ai Tony Awards 1993).

Ha lavorato per Alvin Ailey, American Ballet Theatre, Hubbard Street e il The Joffrey Ballet’s Billboards.  Ha vinto per bene cinque volte il premio Helen Hayes ed è stato insignito nel 1993 del Sir Laurence Olivier Award e del Canadian Dora Award per Kiss of The Spider Woman.

Howell ha ricevuto l’Henry Hewes Design Award (2006), l’Outer Critics Circle Award (2006), il Tony Award per Jersey Boys (2006), il Drama Desk Award (2015) e il Tony Award per Hamilton (2016).

TEATRO OLIMPICO

mart – sab h 20:30 / dom h 18:00

Biglietti da 46€ a 34€

Prevendite on line e in botteghino (Piazza Gentile da Fabriano 17)

 

Per informazioni

Teatro Olimpico tel. 349 2378200 – [email protected] – www.teatroolimpico.it

Accademia Filarmonica Romana tel. 342 9550100, [email protected]filarmonicaromana.org,

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend