Recensione: Due come noi - La risata che ci cambia Recensione: Due come noi - La risata che ci cambia

Recensione: Due come noi – La risata che ci cambia

Recensione: Due come noi - La risata che ci cambia Recensione: Due come noi - La risata che ci cambia

Dal 6 al 18 dicembre il palcoscenico del Teatro de’ Servi
Lemon Theatre APS
presenta
DUE COME NOI
di Daniele Trombetti e Daniele Locci

con Daniele Trombetti, Daniele Locci, Gianluca Mandarini,
Giulia Greco, Federico Capponi e con la voce narrante di Mimmo Strati
regia di Daniele Trombetti
Aiuto Regia Elena Fiorenza
Disegno luci Pietro Frascaro, Matteo Antonucci
Scenografia Ambramà
Costumi Elena Fiorenza
Coreografie Arianna Giancola

Una commedia dalle tematiche leggere, tuttavia nè frivole né banali, che riesce a suscitare il riso, quello buono, di pancia, non quello amaro. Una commedia cucita addosso ai vari attori con varie sfumature di comicità.

Una commedia da manuale insomma, in due atti, a lieto fine, come di solito essa è, in scena, sul palco, i problemi e le vicende della vita quotidiana, che mettono a nudo le debolezze e l’umanità dei suoi personaggi.

Tutti i protagonisti sono persone comuni, due fratelli, una fidanzata, un’eredità, gli amici. La risata sgorga spontanea, firma il patto di complicità tra pubblico e attore.

Elemento trainante della commedia è il rapporto conflittuale tra due fratelli, diversissimi tra loro, cresciuti in una dinamica diffusa in molte famiglie, del figlio “buono”e del figliol prodigo. Alla morte della madre condividono per un periodo la casa di famiglia. L’uno poliziotto, l’altro maldestro spacciatore, avranno difficoltà a ricucire strappi e colmare mancanze. Tra equivoci, quiproquo e battutte sagaci, si arriva in un battibaleno al secondo atto.
Qui la cifra cambia, diviene un po’ grottesca, interviene un elemento misterioso, una magia inattesa che scambia i corpi dei due fratelli e costringe l’uno a vivere la vita dell’altro.

Gli attori si muovono sul palco della Roma di periferia, divertenti, inusuali, giocano scoprendo e svelando il loro lato comico e brillante. I loro meccanismi e i loro strumenti sono quelli classici: tempi comici, improvvisazione, espressione corporea.

Strumenti che sono eredità dei giullari, con una recitazione coinvolgente che riesce a conquistare la simpatia del pubblico. Lo spettacolo diventa interessante quando inizia a sbilanciarsi in generi differenti, diventa un po’ musical, un po’ sperimentale. Una vulcanica Giulia Greco accende qua e là la scena di quella comicità parossistica tutta femminile. Gianluca Mandarini pasticcia la scena, crea un legame empatico col pubblico, usa le mille espressioni del suo viso per dar forma a una comunicazione che va oltre la parola. Daniele Trombetti e Daniele Locci sembrano giocare con le battute una incalzante partita a ping pong, si sfidano un po’ di fioretto e un po’ di tamburello.
Mitico, un po’ surreale il personaggio di Federico Capponi. La sua è una comicità “tenera”, di “vicinanza” umana, di comprensione.
Quando alla fine, dopo le esilaranti gag, i nodi vengono al pettine, accade qualcosa che sorprenderà tutti, soprattutto gli spettatori.

È il momento di una suggestiva voce narrante che accompagna simpatiche scenette di “amarcord” familiare e rimette in ordine gli eventi.

Insomma se avete intenzione di passare una serata allegra, assistendo a un testo originale e divertente, questo spettacolo è la scelta giusta. Ma non fatevi ingannare dalla leggerezza, ne uscirete con la voglia di riabbracciare vostro fratello, un parente lontano o un amico che non vedete da tempo, perché il teatro, quello “sincero”, sempre un po’ ci cambia.

Teatro de’ Servi – Via del Mortaro 22, Roma
info: 06 6795130 – www.teatroservi.it

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *