Marzio Santoni, detto Lupo Bianco, le cui armi vincenti sono lo straordinario olfatto, la prestanza fisica acquisita come maestro di sci e scalatore, e un istinto naturale, quasi animalesco è l’ispettore di polizia protagonista del romanzo di Franco Matteucci, Il mistero del dragone cinese – una nuova indagine per Lupo Bianco, Newton Compton editore.
Il protagonista, coadiuvato dai suoi assistenti, è alle prese con un nuovo caso: un duplice omicidio in un’antica carbonaia tra le montagne della Valdiluce. Nel libro di Matteucci, la suggestiva località di montagna situata sull’Appennino toscano nei pressi dell’Abetone, ci appare ricca di boschi e di antiche carbonaie, ma, dietro un’apparente tranquillità, nasconde misteri e delitti. Nel testo sono frequenti i dialoghi e questa caratteristica lo rende simile a un copione teatrale, inducendo il lettore a credere di assistere a una fiction televisiva o addirittura di partecipare personalmente alle indagini di Lupo Bianco e della sua squadra.
I personaggi del racconto sono di fantasia, ma i fatti e i luoghi in cui essi operano attingono chiaramente dalla realtà e ciò contribuisce a rendere accattivante la lettura di questo romanzo.
Assistente di Marzio Santoni è Kristal Beretta, che, dopo aver chiesto alcuni giorni di ferie, si reca nella carbonaia dello zio dove le viene chiesto di fare da guida a una misteriosa coppia cinese: la giovane Sun Yafang e il suo connazionale Wang Yimou, entrambi entomologi. Per non far saper a nessuno dove se ne sia andato, non porta con sé il telefono, per evitare di essere rintracciabile.
Kristal pensa di trascorrere così una felice vacanza in mezzo alla natura e senza i soliti problemi legati alla propria professione. Invece, contrariamente alle sue aspettative, si trova alle prese con un duplice omicidio e addirittura a lottare per la propria sopravvivenza.
Mentre lui è nella carbonaia, la quiete della comunità montana viene sconvolta da una sequenza di delitti, fra cui quello di Federica Gelli, carabiniera della Forestale con la quale in passato il Santoni aveva svolto numerose indagini per difendere la natura e gli animali. Le morti sono apparentemente senza un movente che possa collegarle tra loro, se non un misterioso messaggio su un foglio consegnato alla stazione di Polizia per mezzo di un drone: la foto di un uomo e di una donna di nazionalità cinese e la rappresentazione di un drago, dotato di artigli sproporzionati e ali di pipistrello. Ecco, quindi, che l’ispettore Santoni si trova a dover risolvere lo strano mistero del dragone cinese di cui si parla nel titolo, collegato forse alle azioni criminali che stanno avvenendo in Valdiluce.
Oltre a situazioni presenti in un classico giallo, nel romanzo di Matteucci, possiamo leggere un implicito messaggio volto alla salvaguardia della natura. Con le proprie ricerche, Federica, infatti, aveva sfidato delle industrie che provocavano inquinamento e disastri ambientali, minando interessi giganteschi.
Oltre a questa problematica, nel romanzo si fa riferimento all’attuale esagerata diffusione di notizie riguardanti i fatti di cronaca nera, attraverso i canali di diffusione di massa. Esemplare, a questo proposito, è però ciò che pensa Santoni, consapevole del fatto che le sciocchezze giornalistiche durano il tempo di una giornata e quindi lui non se ne fa coinvolgere, perché lasciano il tempo che trovano.
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