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Recensione: Lin e i ragazzi che sognavano di volare – Le ali spezzate

Recensione: Lin e i ragazzi che sognavano di volare - Le ali spezzate Recensione: Lin e i ragazzi che sognavano di volare - Le ali spezzateLin e i ragazzi che sognavano di volare
di Antonio Di Lauro
Graus Edizioni

Questo romanzo s’ispira a fatti realmente accaduti. Occorre dirlo.

Occorre dirlo perché si tratta di un libro che ti cattura e non ti abbandona, che ti fa prendere parti precise e nette, che t’infonde emozioni che non si possono trascurare.

Occorre dirlo perché forse non è il libro adatto per chi si fa prendere troppo dal sentire altrui.
Occorre dirlo perché è il libro di cui si ha bisogno se si vuol andare a fondo in un mondo che sembra sommerso, sotterraneo, per raggiungere non una verità, ma più verità, con voci plurali dalle moltissime sfaccettature.

La storia si apre con Lin, orfano di padre da qualche anno, nel suo villaggio in Cina che, con il suo inseparabile amico a quattro zampe Sying, passa le giornate libero nei boschi.

C’è, tuttavia, la povertà assieme alle mancanze di prospettive; fattori determinanti che convincono la madre di un Lin appena quindicenne, a spedirlo in Europa in cerca di fortuna per raggiungere la sorella a Barcellona, partita pochi anni prima per le stesse motivazioni.
La storia accenna a quella malavita che tratta il traffico di esseri umani, con viaggi in clandestinità in condizioni indicibili, durante i quali non tutti riescono a sopravvivere.

I ritmi del romanzo sono scanditi in 40 capitoli di pochissime pagine, a volte anche solo di due pagine, quasi per sancire, marcare meglio i vari cambi di scena.

Le parti del romanzo sono, invece, 3: una prima parte sul pregresso in Cina di Lin e seguente viaggio sino in Italia; una seconda parte sulla vita di Lin e altri ragazzi nell’istituto penale minorile; una terza parte con i vari epiloghi, essendo storie plurali, sebbene inizino e finiscano con Lin.
Sarebbe difficile pensare che, a seguito delle condizioni disumane del viaggio infernale di Lin sino in Italia, si possa poi trovare l’amore, quello puro, sincero che ti fa desiderare solo il bene dell’altro; eppure accade.

E, purtroppo, accade anche che la persona amata, ferita nel corpo e nell’anima per delle cose che è costretta a fare da quella malavita legata al traffico di esseri umani, decida di tornare libera togliendosi la vita.
Amore e morte, morte e vita, un gesto che libera chi se ne va e incatena e rende prigioniero chi resta in vita, accorso fuori per soccorrere l’amata, rimasto con lei sino alla fine.

E poi accusato e incarcerato come presunto assassino della persona amata; neanche il tempo per piangere e per capire; e cosa c’era da capire in un paese di cui non si conosce nemmeno la lingua?
Poco importa se poi scagionato da quasi tutte le accuse, tranne da una quando si era praticamente innocenti; cinque anni di detenzione appena giunto in Italia, da innocente.

Nell’istituto di detenzione minorile Lin entra in contatto con altri ragazzi come lui, tra i tanti apprendiamo delle terribili storie di Cosimo e di Gaetano con le quali non si può non empatizzare e versare anche qualche lacrima; sono altre storie che provengono da contesti che non riusciremmo nemmeno a immaginare; eppure, esistono, ci sono, se solo riuscissimo a osservare un po’ meglio la realtà che ci circonda.

Il Direttore dell’istituto penale minorile si chiede: Come avrebbero potuto essere diversi?”.
Frutti di un contesto che li ha vomitati via, persone le cui ali sono state recise; quelle ali che avrebbero permesso loro di volare.
Occorre molto coraggio per arrivare fino in fondo e leggere le loro storie, ma ne vale la pena.

Scopriremo il loro destino e i diversi modi per volare, o di andare avanti facendo tesoro del nostro passato e dei nostri ricordi. Per continuare a sognare di volare.

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