Stasera in tv appuntamento con “Amabili testi”
Dacia Maraini

«Nella mia famiglia tutti scrivevano, avevo una nonna scrittrice, un padre che scriveva libri di viaggio, un altro nonno che scriveva libri di filosofia. Insomma, era un po’ un mestiere di famiglia. A casa mia mancava di tutto ma non i libri».
Prima di tutto lettrice insaziabile – oggi ha una biblioteca di quasi diecimila libri –, Dacia Maraini è uno dei nomi della letteratura italiana più tradotti nel mondo. Romanziera, poetessa, drammaturga, critica, collaboratrice di riviste, giornali, tra cui il «Corriere della Sera» sul quale scrive una rubrica quindicinale, è nota al grande pubblico anche per il suo notevole impegno civile e sociale. Comincia la sua carriera letteraria a diciassette anni, nel tentativo di far fronte a un sentimento di inadeguatezza. «Nel mio caso si è espressa, da piccola, in una difficoltà nel parlare, in una timidezza morbosa che mi ha fatto molto soffrire. Ma forse è stata proprio l’inadeguatezza a spingermi verso la scrittura. Mi trovavo infatti meglio a scrivere che non a parlare». Per il lavoro di scrittura Dacia Maraini si definisce una certosina. Tutte le mattine si alza alle otto e mezza e si mette al tavolo di lavoro fino alle due, poi riprende nel pomeriggio. Si sofferma con disciplina sui testi, scrive e riscrive tante volte. Non termina mai un romanzo prima dei tre anni. Il momento ispirativo è un mistero anche per lei, mentre nella stesura della trama si dice guidata dagli stessi personaggi.
Imperdibile.