Alta cucina on the road

Dall’alta cucina ai panini gourmet: martedì 18 marzo, alle 21.10, Rai Movie trasmette “Chef, la ricetta perfetta“. Carl Casper è uno chef in disarmo che, costretto a chiudere il suo ristorante, viene convinto dalla moglie a tentare un’avventura: aprirà un chiosco ambulante di panini con il quale attraversare gli Stati Uniti. Aiutato dal figlio, l’uomo cercherà on the road quel successo che gli era sfuggito. Divertente e originale, l’eclettico Jon Favreau, autore di colossal come “Iron Man” e “Il re leone”, si cimenta anche come attore in un’impresa più minimale ma non meno riuscita. “Chef, la ricetta perfetta” (Chef, Usa 2014) di e con Jon Favreau, con Scarlett Johansson, Dustin Hoffman, Robert Downey Jr.
Un sogno di mezza estate. E’ questo che Favreu regala al suo personaggio e al pubblico in sala nella sua ultima fatica “Chef – La ricetta perfetta”.
Perfetta ma soprattutto azzeccata in ogni suo ingrediente: un cast notevole, nel quale troviamo fra gli altri Hoffman, Johansson e Downey Jr, ai quali è consegnata una parte minore ma mirata; un trama mai banale, scorrevole e solo raramente grottesca (la scena dell’amido di mais su tutte); un accompagnamento musicale piacevole e non invadente (finalmente il jazz cubano, nato con gli Irakere, trova un degno riconoscimento in una pellicola di spicco) che suona da contorno alla nostra portata principale: la fotografia, con la quale le nostre pupille sono deliziate da immagini e sensazioni volte ad esprimere l’amore e la passione nel fare cucina. Il film riporta infatti l’attenzione su ciò che l’arte culinaria dovrebbe realmente rappresentare. Un’arte bistrattata negli ultimi anni da trasmissioni televisive nostrane (“Vuoi che muoro?”) e oltreoceano. Non è un caso che il critico, reo di aver rovinato la carriera al protagonista, si chiami Ramsey.
Perfetta ma soprattutto azzeccata in ogni suo ingrediente: un cast notevole, nel quale troviamo fra gli altri Hoffman, Johansson e Downey Jr, ai quali è consegnata una parte minore ma mirata; un trama mai banale, scorrevole e solo raramente grottesca (la scena dell’amido di mais su tutte); un accompagnamento musicale piacevole e non invadente (finalmente il jazz cubano, nato con gli Irakere, trova un degno riconoscimento in una pellicola di spicco) che suona da contorno alla nostra portata principale: la fotografia, con la quale le nostre pupille sono deliziate da immagini e sensazioni volte ad esprimere l’amore e la passione nel fare cucina. Il film riporta infatti l’attenzione su ciò che l’arte culinaria dovrebbe realmente rappresentare. Un’arte bistrattata negli ultimi anni da trasmissioni televisive nostrane (“Vuoi che muoro?”) e oltreoceano. Non è un caso che il critico, reo di aver rovinato la carriera al protagonista, si chiami Ramsey.
Un appuntamento importante, atteso, assolutamente da non perdere. Su Raiplay.
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