Con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli

Giuseppe Piccioni torna nella sua città natale e ogni inquadratura del suo L’ombra del giorno riflette l’amore e la familiarità che prova verso il luogo dove è cresciuto: il ristorante di Luciano è creato dentro lo storico Caffè Meletti, che per gli ascolani è un simbolo e un testimone della Storia. Così è anche Luciano, osservatore silenzioso che si fa i fatti suoi finché Anna e la realtà non irrompono nella sua vita in qualche misura rassegnata. Anna spariglia le carte e lo pone di fronte a scelte e dilemmi anche morali che Luciano non si aspettava, perché non è un giovane reduce ma un uomo fatto come lo erano i quarantenni nel Novecento, già appartenenti ad una terza età conclamata.
Riccardo Scamarcio, anche produttore, lo interpreta completamente contro tipo, o almeno contro l’immagine con cui l’attore è stato spesso identificato in passato: bello, tracotante, capriccioso. Luciano è invece fisicamente “zoppo”, caratterialmente morigerato, benché autorevole, stabile nelle emozioni e nella logica piena di buon senso. In lui c’è quella malinconia di chi “vive senza scelta né motivo” che dà forma a tutta la narrazione e colora una Ascoli Piceno che si fa teatro crepuscolare, piena delle ombre del titolo che sono il riflesso dei dubbi del protagonista e delle sue emergenti, pericolose certezze. “Come la penso io?”.
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