Stasera in tv appuntamento con “Passione ribelle”
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Stasera in tv appuntamento con “Passione ribelle”

Matt Damon cowboy sfortunato

Stasera in tv appuntamento con “Passione ribelle”
Dal romanzo di Cormac McCarthy “Cavalli selvaggi”, un western moderno per Rai Movie che lunedì 12 maggio, in prima serata (alle 21.10), trasmette “Passione ribelle“, con un grande Matt Damon che interpreta un cowboy sfortunato. Nel secondo dopoguerra il giovane John, che ha la vocazione del cowboy, è costretto a lasciare il ranch di famiglia che sua madre ha venduto. Se ne andrà in Messico con l’amico Lacey. Oltre il confine s’innamora della ragazza sbagliata, ma non è che l’inizio di una faticosa spirale di disavventure. Astro ascendente di Hollywood, su una storia triste e un po’ disordinata, Matt Damon costruisce un personaggio unico e interessante, la cui vocazione all’azione catalizza anche introspezione e sofferenza. Passione ribelle (All the Pretty Horses, Usa 2000) di Billy Bob Thornton, con Matt Damon, Henry Thomas, Penelope Cruz.
“Troppa carne al fuoco, l’ambizione sbagliata di citare John Ford e snodi narrativi tirati via: la passione d’amore è inflitta, non raccontata; il cenno politicamente corretto alla pena di morte è un’oziosa scena; l’addestramento dei cavalli è spettacolarizzato come una prova di catena di montaggio. Penelope Cruz scuote la chioma nera alla schiena come la criniera del destriero. Matt Damon ha il dorso pitto di bianco e il collo rosso abbronzato come i cowboys di prateria. Portatevi il poggiatesta”. (Silvio Danese, ‘Quotidiano Nazionale’, 4 maggio 2001)
“‘Passione ribelle'(…) è diretto da Billy Bob Thornton. Purtroppo Billy, talentuoso quando è davanti alla macchina da presa, non lo è altrettanto allorché passa dietro essa. Per un po’ sembra coglie bene il lirismo delle pagine di McCathy, quel tono di ballata nostalgica mista a momenti d’azione. Poi le cose precipitano: la storia dell’amore contrastato sembra la versione equestre di ‘Romeo e Giulietta’; quanto all’ultima parte, è tirata via, con raccordi sbagliati e salti di tempo”. (Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 6 maggio 2001)

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