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Stasera in tv appuntamento con Prossima fermata Asia

Da Kuala Lumpur a Johor Bahru 

Stasera in tv appuntamento con Prossima fermata Asia

Da Kuala Lumpur, moderna metropoli che conserva tracce del passato coloniale e persino, al suo interno, un piccolo villaggio tradizionale malese, Michael Portillo prosegue in treno verso altre località del sud in “Prossima fermata Asia”, in onda martedì 26 marzo alle 20.20 su Rai 5. Prima meta la famosa Malacca, un tempo uno dei porti mercantili più importanti del mondo, crogiuolo di etnie, culture e religioni, dove Portillo incontra gli eredi di un’antica comunità cristiana di origine portoghese. Anche qui, in ogni tappa, Michael Portillo scoprirà come il lungo predominio britannico, pur con luci e ombre, abbia lasciato un’importante eredità, tutt’oggi apprezzata e valorizzata dalla moderna Malesia.

Kuala Lumpur è stata fondata nel 1857 alla confluenza dei fiumi Gombak e Kelang, e in lingua malese il nome significa “confluenza fangosa”. L’insediamento iniziò a prosperare quando Raja Abdullah, un membro della famiglia reale di Selangor, aprì la valle del Kelang alle ricerche minerarie.

Con l’espansione della città, il Regno Unito che dominava la Malesia all’epoca nominò un rappresentante (chiamato Capitano dei Cinesi) per amministrare l’insediamento. Il primo fu Hiu Siew, ma fu con il terzo Capitano, Yap Ah Loy, che la città si espanse fino a diventare la più importante nel Selangor. In questa fase, Kuala Lumpur fu al centro della Guerra Civile del Selangor e ne fu devastata, ma successivamente fu ricostruita da Yap e ripopolata con minatori cinesi provenienti da altre zone dello stato. Fu quindi nel 1880 che la città divenne la capitale del Selangor e nel 1896 dei nuovi Stati Federati della Malesia.

Durante la seconda guerra mondiale Kuala Lumpur fu occupata, dopo una breve battaglia, dall’esercito imperiale giapponese l’11 gennaio 1942. Nonostante i danni subiti durante la battaglia contro l’operazione di occupazione giapponese fossero stati lievi, la città subì in maniera negativa l’oppressivo dominio dei soldati giapponesi.

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