Lisbona, il terremoto del pensiero

Decine di migliaia i morti, una città distrutta, secoli di storia e architettura azzerati. Quando è colpita dal terremoto Lisbona è una città ricca, è la capitale di un paese che detiene possedimenti immensi e controlla il commercio di beni provenienti da quasi tutto il mondo. Esporta anche il Cristianesimo in un’epoca dominata dall’Inquisizione. Un mondo di certezze che con il terremoto vacilla: ci si rende conto che non di punizione divina si è trattato ma di un evento naturale aggravato dagli uomini e dalla loro abitudine a costruire in modo intensivo. Una riflessione che è un ponte verso un approccio contemporaneo agli eventi naturali. In questo tornante della storia, in cui il pensiero scientifico alza la testa rispetto al pensiero magico e si nega che il terremoto sia un castigo di Dio, Lisbona diventa laboratorio del pensiero e della scienza.
Il sisma raggiunse una magnitudo di 7,7 o più elevata della scala Richter. Nei luoghi in cui le scosse non furono avvertite, i suoi effetti si manifestarono sotto le acque. Colpì gran parte dell’Europa, dell’Africa e dell’America, ma provocò i maggiori danni nella zona sud-occidentale del Vecchio Continente. Nella sola Lisbona si stima che sia deceduto nell’evento tra il 25 e il 30% della popolazione.
L’evento ebbe profonde ripercussioni sulla società portoghese, tanto che le ambizioni coloniali del Portogallo nel XVIII secolo furono totalmente frustrate. L’eco dell’evento fu amplissima in tutta Europa, originando anche profonde riflessioni sull’inspiegabilità delle sue “punizioni”.
Appuntamento imperdibile.
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