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Stasera in tv appuntamento con Speciale Premio Carosone

Una festa in musica

Stasera in tv appuntamento con Speciale Premio Carosone

“Visto che tutti vanno alla ricerca dei miei eredi, perché non inventare un bel Premio Carosone in cui segnalare quei musicisti che piacciono a me, quelli che sento a me più affini e più vicini?”. Sono le parole del maestro Carosone che hanno ispirato la creazione del Premio che porta il suo nome. Un riconoscimento prestigioso, ideato e curato nella direzione artistica da Federico Vacalebre, giornalista e biografo ufficiale di Renato Carosone, riservato ai grandi protagonisti della musica nazionale interpreti e ambasciatori del repertorio del Maestro. Un evento raccontato dallo speciale proposto giovedì 14 dicembre alle 23.45 su Rai 2, finanziato dalla Regione Campania (POC 2014-2020), prodotto e promosso dalla Scabec. Nel programma si esibiranno tra gli altri Enzo Avitabile, Clementino, Gigi D’Alessio, Rocco Hunt, Marisa Laurito, Peppe Servillo & Solis String Quartet. Federico Vacalebre, interviene dalle sale del Museo Madre di Napoli e racconta il significato del Premio Carosone, che fin dalla prima edizione nel 2002, ha rilanciato e divulgato il canzoniere di Carosone.

Una manifestazione che ha sempre mantenuto un importante profilo artistico, mettendo insieme protagonisti italiani e internazionali, ma soprattutto segnalando talenti ancora da conoscere, come successo nei casi di Sergio Cammariere, Stefano Bollani, Checco Zalone, Alessandro Siani, Andrea Sannino, Giovanni Allevi, Simone Cristicchi, tutti vincitori del riconoscimento quando non erano ancora nomi di acclarato successo.

Il programma è realizzato da Massimiliano Canè per la Direzione Intrattenimento Prime time nell’ambito della Convenzione con Rai Com con il sostegno e la collaborazione della Regione Campania attraverso Scabec con fondi POC 2014-2020.

Pianista classico e jazzista, è stato uno dei maggiori autori e interpreti della canzone napoletana e della musica leggera italiana nel periodo collocabile tra il secondo dopoguerra e la fine degli anni novanta, avendo fuso i ritmi della tarantella con melodie africane e americane e creato una forma di macchietta.

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