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Stasera in tv appuntamento con “Un anno con Salinger”

Diventare scrittori costa fatica

Stasera in tv appuntamento con "Un anno con Salinger"

Un leggendario scrittore nascosto, una giovane poetessa ambiziosa, una severa agente letteraria: in prima visione, mercoledì 21 febbraio alle 21.10, Rai Movie trasmette “Un anno con Salinger”. A Manhattan, negli anni Novanta, Joanna vuole diventare una scrittrice, possibilmente di successo, ma intanto dovrà impiegarsi nell’agenzia che gestisce gli interessi di uno dei più importanti autori viventi, J.D. Salinger. Fra i suoi compiti, gestire le migliaia di lettere che lo scrittore riceve ogni giorno. Nel cast del film di Philippe Falardeau, Margaret Qualley, Sigourney Weaver, Douglas Booth.

I temi principali nei lavori di Salinger sono la descrizione dei pensieri e delle azioni di giovani disadattati, adolescenti sempre silenziosi che non esprimono ciò che provano, la capacità di redenzione che i bambini hanno su questi, e il disgusto per la società borghese e convenzionale. Salinger fu uno degli ispiratori del movimento letterario della Beat Generation, insieme ad altri autori.

Salinger partecipò poco più che ventenne alla seconda guerra mondiale e fu tra i primi soldati americani ad entrare in un lager nazista, esperienza che lo segnò. Nel 1953 lasciò New York, andando a Cornish, riducendo i contatti umani fino a vivere da recluso a partire dal 1980, forse a causa della difficoltà ad adattarsi alle luci della ribalta.

Salinger era conosciuto per la sua natura schiva e riservata, e spesso fu descritto come un misantropo; in cinquant’anni rilasciò pochissime interviste: nel 1953 ad una studentessa per la pagina scolastica The Daily Eagle di Cornish, nel 1974 al The New York Times la sua ultima intervista. Non effettuò apparizioni pubbliche, né pubblicò nulla di nuovo dal 1965 (anno in cui apparve sul New Yorker un ultimo racconto) fino alla morte, benché avesse continuato a scrivere.

Nel ’42,  scrisse: “Volevo vendere al cinema. Devo cercare di fare un bel colpo, per poter andarmene a lavorare dopo la guerra.”

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