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Stasera in tv arriva Sciarada, il circolo delle parole

L’Altro ‘900. Maria Luisa Spaziani

Stasera in tv arriva Sciarada, il circolo delle parole

Brillante, ironica, intellettuale eclettica e raffinata traduttrice: è la poetessa Maria Luisa Spaziani la protagonista della puntata della serie “L’altro ‘900”, in onda lunedì 6 maggio alle 22.55 per “Sciarada, il circolo delle parole”. La Spaziani rievoca in straordinarie schegge di interviste realizzate in passato la sua storia letteraria, nella quale si intrecciano continuamente ricordi personali e attività letteraria. A partire dal precoce esordio come direttrice della rivista “Il Dado”, che favorisce l’incontro con Eugenio Montale, Spaziani racconta la sua lunga e costante presenza nella prestigiosa collana di poeti de Lo Specchio di Mondadori, i suoi ventotto anni di docenza universitaria a Messina, gli studi proustiani e l’intensa passione per il personaggio di Giovanna d’Arco, che le ispira nel 2000 il poema in ottave di endecasillabi considerato il suo capolavoro. Ne interpreta i versi l’attrice Gaia Aprea, che ha portato più volte il poema in palcoscenico. A ricordare Maria Luisa Spaziani anche la poetessa Maria Grazia Calandrone e Paolo Lagazzi, curatore dell’opera.

Maria Luisa Spaziani nacque in un’agiata famiglia borghese di Torino, dove il padre era proprietario di un’azienda produttrice di macchinari per l’industria chimica e dolciaria.

Ancora studentessa, a soli diciannove anni, diresse una piccola rivista, prima chiamata «Il Girasole» e poi «Il Dado», il cui redattore capo era Guido Hess Seborga, che la fece conoscere negli ambienti letterari; ottenne e pubblicò inediti di grandi nomi nazionali come Umberto Saba, Sandro Penna, Leonardo Sinisgalli, Vasco Pratolini, e internazionali, come Virginia Woolf.

Intanto frequentava l’Università di Torino, facoltà di Lingue, laureandosi infine con una tesi su Marcel Proust, relatore il francesista Ferdinando Neri. La cultura francese e la Francia con i suoi autori in seguito sarebbero diventati una sorta di stella polare nel suo immaginario e nel suo vissuto, grazie anche a una serie di soggiorni a Parigi.

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