“Volevamo raccontare sia un pezzo dell’Italia, sia il modo in cui gli eroi vengono trattati in questo paese, spesso con discorsi molto retorici, anche molto tediosi a volte, gonfiandone un po’ l’aura di buoni, quando in realtà anche personaggi come Falcone e Borsellino erano personaggi che avevano delle venature comiche, anche molto ciniche, c’era anche molto umor nero nelle loro battute. Ed erano personaggi ruspanti, s’incazzavano”.
Dalle parole del co-regista e co-sceneggiatore Giuseppe G. Stasi si intuisce subito che “The Bad Guy” non è la solita fiction sulla mafia. Questa settimana, nella nuova puntata in onda martedì 10 giugno alle 23.15 su Rai 4 (canale 21 del digitale terrestre), “Wonderland” andrà a scoprire i retroscena e le idee che hanno portato alla realizzazione di una delle serie italiane più originali che parlano di criminalità organizzata.
Tra “La piovra” e “Breaking Bad”, tra Elio Petri e Martin Scorsese, “The Bad Guy” rivisita mezzo secolo di immaginario cinematografico, televisivo, per dare vita a qualcosa di radicalmente nuovo, un racconto tanto realistico quanto grottesco, che – nel linguaggio di “Wonderland” – si potrebbe definire in equilibrio tra il pop e il cult. Alla vigilia della messa in onda, su Rai, delle due stagioni di “The Bad Guy”; per uno sguardo approfondito a questo anomalo crime made in Italy, il magazine di Rai Cultura ha intervistato proprio i due registi, Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, mentre a incarnare la radicale novità della serie è un grande Luigi Lo Cascio, che smette i consueti panni di personaggio positivo per vestire l’ambigua veste di un magistrato antimafia costretto dalle circostanze a trasformarsi in boss. Una crisi d’identità, tra azione, humor, colpi di scena, una graffiante satira politica.
La copertina POP di “Wonderland” della settimana è dedicata al film “Ballerina”.