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Stasera in TV: Kavakos direttore e solista con Beethoven e Brahms in diretta dall’Auditorium Rai di Torino

Stasera in TV: Kavakos direttore e solista con Beethoven e Brahms in diretta dall'Auditorium Rai di Torino Stasera in TV: Kavakos direttore e solista con Beethoven e Brahms in diretta dall'Auditorium Rai di TorinoIl temperamento di fuoco e la tecnica ineguagliabile di un grande virtuoso dell’archetto impegnato nella doppia veste di solista e direttore. È il greco Leonidas Kavakos, protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in programma stasera alle 20.30  all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino e in diretta su Radio3. Salito alla ribalta internazionale giovanissimo, dopo aver vinto il Concorso Sibelius nel 1985 e i Premi Paganini e Naumburg nel 1988, Kavakos ha collaborato con le orchestre più prestigiose e i direttori più importanti al mondo. Artista versatile di raro talento, da qualche anno affianca alla carriera di violinista quella da direttore sul podio di formazioni quali la London Symphony Orchestra, la New York Philharmonic e i Wiener Symphoniker.

Pluripremiato per la sua discografia, si è aggiudicato nel 2017 il Premio Léonie Sonning, riconoscimento assegnato ai musicisti più completi e meritato in passato da Bernstein, Britten e Šostakovič. Ospite frequente dell’Orchestra Rai dal 1999 al 2012, Kavakos torna dopo otto anni con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61 di Ludwig van Beethoven, già ascoltato a inizio stagione nell’interpretazione di Frank Peter Zimmermann sotto la guida del Direttore principale James Conlon. La scelta di proporre a pochi mesi di distanza due interpretazioni  differenti del Concerto offre una stimolante occasione di confronto nell’anno del 250° anniversario della nascita di Beethoven.

Il brano, che Kavakos ha inciso lo scorso ottobre con l’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese in omaggio al genio di Bonn, è un monumento della letteratura per lo strumento. Composto nel 1806 ma reso celebre nel 1844 dal tredicenne Joseph Joachim sotto la direzione di Mendelssohn, si distingue dal costume virtuosistico dell’epoca per l’intimismo espressivo che la cantabilità del violino esprime in senso lirico.

Chiude la serata la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 di Johannes Brahms, scritta dopo anni di meditato lavoro fra il 1862 e il 1876, quando il compositore aveva ormai superato i quarant’anni. Per la sua ideale discendenza dalla Nona beethoveniana, di cui nell’opera riaffiora il tema dell’Inno alla gioia, fu definita dal direttore Hans von Bülow la «Decima sinfonia». Pagina improntata fin dall’inizio ad un palpitante eroismo, esprime l’eterna lotta fra l’uomo e il suo destino, che si conclude con il trionfo dell’umanità.

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