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Stasera in TV: Procida, l’isola dell’attesa. Storia di una città-isola

Stasera in TV: Procida, l'isola dell'attesa. Storia di una città-isola
Storia di una città isola

Procida è il prodotto di quattro successive eruzioni vulcaniche: lo si può intuire dalle rocce nerissime che emergono qui e lì nel mare e dal fondale scuro delle sue spiagge. È l’isola meno nota dell’arcipelago campano, nel tempo sovrastata dalla notorietà internazionale di Capri e dalla ricettività termale di Ischia. Un luogo raccontato dal documentario di Francesco Zippel “Procida, l’isola dell’attesa”, in onda domenica 29 maggio alle 22.00 su Rai 5.
Il paradosso è che Procida, capitale della cultura italiana del 2022, ha una storia e peculiarità tanto uniche quanto sconosciute, spesso perfino ai propri abitanti. È un’isola-città in cui un terzo dei propri abitanti non vive qui stabilmente, ma per lunghi periodi è in viaggio su alcune delle più grandi navi del mondo.
È una vera e propria ‘repubblica marinara’ e la marineria è il fulcro della società procidana, ne regola le abitudini familiari e articola i rapporti sociali. E non da poco tempo. Perfino i micenei a loro tempo capirono che l’isola di Vivara, all’epoca collegata via terra a Procida, avrebbe potuto essere una base perfetta per i loro commerci. Tanto da fondarci un villaggio. Ebbene, questa scoperta storica è ancora ignota a molti degli abitanti dell’isola. Come anche il fatto che l’antico carcere borbonico, Palazzo D’Avalos, in realtà nasconde una più antica dimora nobiliare.
Il doc va alla scoperta dell’identità sopita di questa isola che Massimo Troisi scelse come teatro della sua ultima ‘recita’ nel “Postino”. Un nutrito gruppo di locali, donne del posto o da tempo trasferitesi a Procida, alcuni ‘marittimi’, gli uomini che vanno per mare, artisti e curiosi isolani, sono le guide di un viaggio alla riscoperta di un’isola unica.

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