Il Festival dei Due Mondi di Spoleto
La sessantasettesima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, diretta da Monique Veaute: la racconta, in un viaggio attraverso gli spettacoli e i temi che rappresentano la creatività contemporanea, “Punto Nave. Mappe per l’immaginario” con Carolina Di Domenico, in onda sabato 3 agosto alle 21.15 su Rai 5.
In questa edizione del Festival protagonista è il mito in tutte le sue declinazioni e interpretazioni: Alessandro Baricco porta in scena la sua visione del legame tra mitologia e musica, tema che ritroviamo nei celebri Concerti di Mezzogiorno come nell’opera di Strauss Ariadne auf Naxos diretta da Iván Fischer, e in Orfeo ed Euridice di Gluck, per la regia del pluripremiato Damiano Michieletto.
I miti del presente sono in scena con Baùbo “Sull’arte di non essere morto” della regista francese Jeanne Candel e con La Morte a Venezia di Thomas Mann nella rilettura di Liv Ferracchiati. Quella di Davide Enia è quasi un’orazione civile, dove la mafia si intreccia con la vita in Autoritratto.
A Spoleto anche la natura fa spettacolo con la lectio di Stefano Mancuso, scienziato e divulgatore di nuove verità sulle piante, anche in rapporto con la vivibilità delle nostre città.
Il coreografo franco-algerino Mehdi Kerkouche, invece, si interroga attraverso la danza sui legami familiari in Portrait e Yoann Bourgeois porta nello splendore della piazza del Duomo una creazione spettacolare, Memory of a fall. Wayne McGregor, coreografo inglese direttore della Biennale Danza, col suo nuovo lavoro Deepstaria attinge alle più recenti tecnologie dell’AI.
Il Festival si snoda tra l’esperienza immersiva di Babx e Adrien Mondot, Piano Piano, e il concerto di jazz contemporaneo Shadow dell’americana Lizz Wright fino al concerto finale di Girl Crazy con la direzione della direttrice-soprano Barbara Hannigan, quando le note riempiono la piazza.
Un programma di Emanuela Avallone, Elena Beccalli.
In questa edizione del Festival protagonista è il mito in tutte le sue declinazioni e interpretazioni: Alessandro Baricco porta in scena la sua visione del legame tra mitologia e musica, tema che ritroviamo nei celebri Concerti di Mezzogiorno come nell’opera di Strauss Ariadne auf Naxos diretta da Iván Fischer, e in Orfeo ed Euridice di Gluck, per la regia del pluripremiato Damiano Michieletto.
I miti del presente sono in scena con Baùbo “Sull’arte di non essere morto” della regista francese Jeanne Candel e con La Morte a Venezia di Thomas Mann nella rilettura di Liv Ferracchiati. Quella di Davide Enia è quasi un’orazione civile, dove la mafia si intreccia con la vita in Autoritratto.
A Spoleto anche la natura fa spettacolo con la lectio di Stefano Mancuso, scienziato e divulgatore di nuove verità sulle piante, anche in rapporto con la vivibilità delle nostre città.
Il coreografo franco-algerino Mehdi Kerkouche, invece, si interroga attraverso la danza sui legami familiari in Portrait e Yoann Bourgeois porta nello splendore della piazza del Duomo una creazione spettacolare, Memory of a fall. Wayne McGregor, coreografo inglese direttore della Biennale Danza, col suo nuovo lavoro Deepstaria attinge alle più recenti tecnologie dell’AI.
Il Festival si snoda tra l’esperienza immersiva di Babx e Adrien Mondot, Piano Piano, e il concerto di jazz contemporaneo Shadow dell’americana Lizz Wright fino al concerto finale di Girl Crazy con la direzione della direttrice-soprano Barbara Hannigan, quando le note riempiono la piazza.
Un programma di Emanuela Avallone, Elena Beccalli.
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