Vai al contenuto

Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L’Altro ‘900. Luciano Bianciardi

Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L'Altro '900. Luciano Bianciardi Stasera in TV: Sciarada, il circolo delle parole. L'Altro '900. Luciano BianciardiAnarchico, irriverente, libero, utopista lungimirante e intellettuale appassionato: Rai Cultura ricorda Luciano Bianciardi con “L’altro ‘900” in onda lunedì 24 luglio alle 22.25 su Rai 5, per “Sciarada. Il circolo delle parole”. Ad accompagnare lo Speciale, le parole della figlia Luciana, dello storico e critico della letteratura Giulio Ferroni e del critico Goffredo Fofi, oltre alla lettura di alcuni brani, affidata all’attore Alessio Vassallo.

Tutta la biografia personale di Bianciardi – nato a Grosseto il 14 dicembre 1922 e precocemente scomparso a Milano, città amata e odiata, il 14 novembre 1971 – si intreccia indissolubilmente con la sua opera e, in particolare con il capolavoro “La vita agra”, che esce nel 1962, agli albori del boom economico, riscuotendo un improvviso e inatteso successo fino a ispirare il film con Ugo Tognazzi diretto da Carlo Lizzani. “La vita agra” non è il primo libro di Bianciardi, è un unicum con “Il lavoro culturale” e con “L’integrazione”, analisi acute e sorprendenti di una società ammalata di consumismo e sedotta dalle sirene dell’industria postbellica. Le stesse sirene, che hanno determinato nella vita di Bianciardi l’allontanamento dalla città natale, Grosseto, dopo il disastro – peraltro annunciato – che il 4 maggio 1954 ha ucciso 43 minatori nei pozzi della vicina Ribolla. Ai minatori della Maremma, a lungo frequentati nelle sue peregrinazioni con il Bibliobus, il bus con cui lo portava libri a operai e contadini della provincia maremmana, Bianciardi ha dedicato, nel ’56, un libro scritto a quattro mani con l’amico Carlo Cassola. La tragedia di Ribolla è il detonatore della sua seconda vita: a Milano, che lo ammalia e delude, Bianciardi sperimenta da vicino i danni del nuovo benessere, le discriminazioni di classe, l’alienazione determinata da un lavoro che toglie agli individui sogni e libertà. Lavora alla Feltrinelli, che lascia dopo un solo anno, traduce, collabora con giornali e riviste, scrive. Ma il suo disagio sfocia in un male di vivere che in breve tempo lo consuma. Del suo rapporto con il capoluogo lombardo, una sorta di altra faccia della Roma immortalata negli stessi anni da Fellini e Flaiano, Bianciardi lascia una lunga traccia nelle sue pagine e in un noto e prezioso documento filmato rintracciato nelle Teche Rai: l’intervista itinerante con il giornalista della Rai Carlo Mazzarella tra le vie di Brera, che “Sciarada” ripropone portando negli stessi luoghi Luciana Bianciardi con la scrittrice Gaia Manzini, autrice di “A Milano con Luciano Bianciardi”.

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend