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Stasera in tv torna Dorian, l’arte non invecchia

Renato Guttuso

Stasera in tv torna Dorian, l'arte non invecchia Oggi in TV:: Dorian. L'arte non invecchia. Arturo Martini

L’artista siciliano Renato Guttuso, conosciuto per il suo impegno politico e sociale, attraverso il commento della storica dell’arte Gina Ingrassia e la visione di materiali d’archivio. Un ritratto proposto da “Dorian. L’arte non invecchia”, in onda martedì 23 aprile alle 19.30 su Rai 5. Nello studio di “Ritratto d’autore” del 1972, Antonello Trombadori, critico d’arte e amico dell’artista, si confronta con un pubblico di giovani, in presenza del moderatore Giorgio Albertazzi, sulla fase di “realismo socialista” attraversata da Guttuso. I documentari “Incontri” del 1959 e “Come nasce un’opera d’arte” del 1975 restituiscono momenti della vita di Guttuso come l’incontro amichevole con il giornalista Indro Montanelli e mentre l’artista lavora alla realizzazione di una “natura morta”.

Renato Guttuso nacque il giorno di santo Stefano del 1911 nella cittadina siciliana di Bagheria. Il padre, il cavaliere Gioacchino Guttuso, era agrimensore e di lui, nella collezione donata al Comune di Bagheria, esistono vari ritratti: il primo, addirittura risalente al 1925, dimostra il genio precoce dell’artista; altri con riga e squadra, ne sottolineano la professione e l’ammirazione per l’uomo tutto d’un pezzo appassionato di lettere e di arti, con il culto della libertà trasmessagli dal padre Ciro, che aveva combattuto con Garibaldi. L’adolescenza borghese fu fitta di stimoli per il futuro pittore.

Il giovane Guttuso abitava in una casa vicino alle ville Valguarnera e Palagonia, delle quali ritrasse poi particolari in quadri successivi e s’ispirava agli scogli dell’Aspra; tra le gite al mare e i primi amori, il pittore visse tutta la crisi siciliana del primo dopoguerra, durante la quale ebbe inizio lo scempio architettonico e sociale che proseguì per diversi anni a seguire.

A Palermo, e nella stessa Bagheria, vide in completa decadenza la nobiltà delle splendide ville settecentesche, coi loro mostri famosi e l’avanzare di un vero massacro urbanistico e di lotte di potere all’interno del comune.

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