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Stasera in tv torna l’appuntamento con Divini devoti

I Padri passionisti ai Santi Giovanni e Paolo

Stasera in tv torna l'appuntamento con Divini devoti

Una insolita visita alla Roma antica attraverso l’arco di Dolabella, il Clivo di Scauro, fino all’immenso giardino che circonda la chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo dove sono i resti del tempio di Claudio. “Divini devoti”, in onda mercoledì 6 dicembre alle 20.25 su Rai 5, è un’immersione nell’antichità meno nota della città eterna, che culmina nella visita alla chiesa ricca di opere d’arte che spaziano dal Cinquecento al Settecento. Qui è possibile conoscere l’opera dei seguaci di San Paolo della Croce, forse il più eminente evangelizzatore dei tempi “moderni”, che operò nella prima metà del diciottesimo secolo, divenendo un modello di santità in un mondo ormai ampiamente laicizzato e condizionato dall’Illuminismo.

Strinati ha ideato e organizzato importanti mostre d’arte, in Italia e all’estero, dedicate, tra gli altri, a Sebastiano del Piombo, Caravaggio e i caravaggeschi, Raffaello, Tiziano, Tiepolo. Come divulgatore di storia dell’arte ha condotto alcune trasmissioni televisive, come Divini Devoti trasmessa da Rai5 in dieci puntate nel 2014[5], e collaborato con quotidiani e riviste[4][2]. Ha inoltre scritto e presentato tre cicli di puntate della trasmissione radiofonica di Radio2 Alle otto della sera sul tema “Il mestiere dell’artista”.

Nato a Roma nel 1948, Strinati si è laureato nel 1970 in Lettere moderne, con specializzazione in Storia dell’arte, all’Università di Roma. Dopo aver insegnato in alcuni licei e al Conservatorio di Musica di Frosinone, dal 1974 ha lavorato nel Ministero per i beni culturali e ambientali, prima presso la Soprintendenza della Liguria e successivamente in quella di Roma. Dal 1991 al 2009 è stato soprintendente per il Polo museale romano e in tale veste si è impegnato nella riorganizzazione di alcuni musei della Capitale

Nel 2018, ha partecipato al comitato d’onore del premio artistico Foyer des Artistes, fondato nel ’73 dalla Medaglia d’Oro (alla cultura) Mario Morelli con la Fondazione Alessandro Rigi Luperti.

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