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Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente

D’Annunzio, l’esteta della politica

Stasera in tv torna l'appuntamento con Passato e Presente

Protagonista indiscusso della scena letteraria italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento, Gabriele D’Annunzio entra per la prima volta in parlamento nel 1897, eletto alla Camera dei deputati. E’ la prima vera esperienza concreta di un percorso politico che lo porterà all’occupazione di Fiume. D’Annunzio diventa il Comandante, dando vita ad un’esperienza che sarà fondamentale per molti giovani dell’epoca e di cui restano oggi documenti importanti come “La Carta del Carnaro”. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 3 marzo alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ricostruisce con il professor Francesco Perfetti l’affascinante e controversa parabola del D’Annunzio politico, un’esperienza irrimediabilmente segnata dalla passione per l’estetica e la poesia.

Soprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosuè Carducci), cioè “poeta sacro, profeta”, cantore dell’Italia umbertina, o anche “l’Immaginifico”, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana». Come figura politica, lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un’influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.

La sua arte fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell’Italia – e non solo – del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo.

Alcune volte la fortuna di cui un autore gode è il frutto di scelte consapevoli, di una capacità strategica di collocarsi nel centro di un sistema culturale che possa garantirgli le migliori opportunità che il suo tempo ha da offrirgli. D’Annunzio aveva cominciato a “immaginarsi” poeta leggendo Giosuè Carducci negli anni del liceo; ma la sua sensibilità per la trasgressione e il successo dal 1885 lo portò ad abbandonare un modello come quello carducciano, già provinciale e superato.

Un appuntamento atteso assolutamente da non perdere.

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