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Stasera in tv torna l’appuntamento con RAInchieste

“Chi legge? Viaggio lungo il Tirreno”

Stasera in tv torna l’appuntamento con RAInchieste

Un’inchiesta del 1960 di Mario Soldati e di Cesare Zavattini, che analizza le abitudini culturali degli italiani, l’industria editoriale e le sacche di analfabetismo ancora presenti nella penisola a 100 anni dall’Unità d’Italia: è “Chi legge? Viaggio lungo il Tirreno”, di cui Giorgio Zanchini parla nel nuovo appuntamento con “RAInchieste”, in onda venerdì 12 aprile alle 21.40 in prima visione su Rai Storia.

In questa inchiesta s’indaga sulle abitudini culturali degli italiani che vivono, lavorano o villeggiano nelle località tirreniche. Il programma ripercorre idealmente e al contrario il viaggio dell’impresa dei Mille, partendo questa volta dal capo siciliano Lilibeo, oggi Boeo, agli scogli di Quarto per scoprire se l’obiettivo di unire e alfabetizzare l’Italia, caro a Garibaldi, si sia concretizzato. A circa cento anni dall’Unità d’Italia, Mario Soldati conduce per mano gli spettatori in luoghi particolari della Penisola per capire e far capire quali siano letture degli italiani e quale il loro livello culturale.

La regione con più analfabeti è la Basilicata, con il 13,8%, seguita dalla Calabria (13,2%) e dal Molise (12,2%). Tra le città con più di 250.000 abitanti, è Catania quella con la più alta percentuale di analfabeti (8,4%), seguita da Palermo (7,4%) e Bari (6,7%).

Altri dati sono stati forniti dal progetto ALL (Letteratismo e abilità per la vita), dedicato specificamente all’analfabetismo funzionale, nell’ambito di una ricerca comparativa internazionale promossa dall’OCSE. Le indagini svolte sulla situazione italiana nel 2003-2004 su un campione della popolazione compresa tra 16 e 65 anni hanno denunciato un quadro non brillante: su tre livelli di competenza alfabetica funzionale (inferiore, basilare e superiore) il 46,1% degli italiani è al primo livello, il 35,1% è al secondo livello e solo il 18,8% è a un livello di più alta competenza.

Il linguista Tullio de Mauro, in un articolo del 2008 scrisse che soltanto il 20% della popolazione adulta italiana avrebbe gli strumenti minimi indispensabili di lettura.

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