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Stasera in tv torna Shuluq. Storie del Medioriente

Nomadi e sedentari

Stasera in tv torna Shuluq. Storie del Medioriente

La conquista arabo islamica lungo tutta la costa meridionale del Mediterraneo, le contraddizioni e i problemi che si vennero a creare nell’incontro tra diverse civiltà e la loro quasi miracolosa risoluzione. Quarto appuntamento, lunedì 10 giugno alle 19.00 su Rai Storia, con “Shuluq. Storie del Medioriente” condotto da Marcella Emiliani. Al centro della puntata un documentario del 1970, realizzato da Folco Quilici, che fa parte di una serie di 7 episodi dedicati al rapporto tra l’Islàm e l’Occidente.
Ha dell’incredibile pensare che un ristretto gruppo di beduini provenienti dalla penisola arabica in soli 27 anni siano riusciti in un’impresa tanto ardua per i pericoli affrontati e per l’estensione del territorio.  Come ci sono riusciti? Questa la domanda cui Quilici tenta di rispondere, aprendo il sipario, anche, sulle prime divisioni che già, alla morte di Maometto, si manifestarono all’interno della comunità musulmana.

Figlio del giornalista Nello Quilici e della pittrice Emma Buzzacchi nonché fratello dell’architetto Vieri, dopo aver completato il liceo ginnasio “Torquato Tasso” di Roma, avviò un’attività di tipo cineamatoriale e si specializzò in riprese sottomarine, diventando molto popolare anche al di fuori dei confini nazionali. Studiò regia presso il Centro sperimentale di cinematografia.

Fu iscritto come giornalista pubblicista all’Ordine nazionale dei giornalisti dal 19 febbraio 1963 e per questo premiato dallo stesso Ordine, nel 2013, per i suoi 50 anni di attività pubblicistica.

Nel 2006 la rivista Forbes lo inserì tra le cento firme più influenti del mondo grazie ai suoi film e ai suoi libri sull’ambiente e sulle culture.

Nel 2008 gli fu consegnato il Premio “La Navicella d’Oro”, conferitogli dalla Società Geografica Italiana, con la seguente motivazione:

«In oltre mezzo secolo di costante attività professionale ha configurato un personale modello di viaggiatore capace di esplorare e testimoniare con persuasivo rigore e poeticità i territori più rilevanti della cultura geografica, storica e artistica della società umana.»

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