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Wonder – Comunque, viaggiare…

Wonder - Comunque, viaggiare… Wonder - Comunque, viaggiare…

Comunque, viaggiare…
[…] Sì, viaggiare
Evitando le buche più dure
Senza per questo cadere nelle tue paure
Gentilmente senza fumo con amore
Dolcemente viaggiare
Rallentando per poi accelerare
Con un ritmo fluente di vita nel cuore
Gentilmente senza strappi al motore […]

Ho scelto di avviare la mia riflessione con questi versi della canzone di Lucio Battisti perché esprimono al meglio che cos’è per me viaggiare ossia sia un ottimo modo per conoscere il mondo e scoprire la storia di luoghi magnifici.
E così, anche io quando viaggio, come accade nella canzone, sono capace di superare le difficoltà delle “buche più dure” pur di visitare i miei luoghi del cuore, come le città d’arte, ad esempio.

Ho girato molto soprattutto quando ero più giovane. Tra le mete principali che ho raggiunto posso con orgoglio annoverarne molte che ho voluto scoprire per soddisfare le mille curiosità nate dalle mie passioni. La prima in ordine cronologico è stata quella per le principesse dei cartoni Disney, che ho potuto conoscere da vicino in un bellissimo viaggio a Eurodisney.
Ricordo con simpatia il mio incontro con la donna che interpretava il ruolo della Principessa Tiana, protagonista femminile del cartone animato “La Principessa e il ranocchio”. Era un appuntamento al buio e, dopo un’interminabile attesa in coda, fu tanta la mia meraviglia nel trovarla dietro la porta che si aprì, svelandola. Dopo aver fatto la sua conoscenza è diventata la mia preferita perché in lei vedevo delle caratteristiche che appartengono a mia madre.

Negli anni successivi ho continuato ad amare il mondo principesco studiando la storia di alcune casate reali vissute in Europa e ho coronato un altro sogno organizzando un viaggio nel ricordo di una di esse.
Vienna
Infatti, in Austria, sono andata principalmente per vedere le residenze imperiali di Schonbrumm e di Hofburg dove soggiornò l’Imperatrice Sissi, tra tutti i reali la mia preferita senza ombra di dubbio.
Per chi come me ha una disabilità complessa, il viaggio può essere distensivo e soddisfacente solo se c’è dietro una rigida programmazione e anche il mezzo giusto. È per questo motivo che i miei genitori, che sono degli osservatori analitici di ogni aspetto che mi riguarda, hanno acquistato un camper che è stato adattato alle mie esigenze così da offrirmi delle vacanze confortevoli.
Con il camper si semplifica tutta una serie di problemi – a partire dall’alloggio – e muoversi diventa da subito più divertente.
Quando mi trasferisco dalla casa al camper in realtà mi sento in un prolungamento della mia abitazione, dove ci sono tutti i confort studiati e adattati ai miei bisogni, non mi manca nulla anzi trovo anche dei valori aggiunti che la casa non riesce ad offrire.

Viaggiare con questa modalità mi permette di stare a stretto contatto con la mia famiglia, è un modo molto piacevole di condividere tutto il nostro tempo libero. Non mi perdo nulla della giornata che vivo intensamente, condividendo tutto con mia sorella.
Ciononostante, rimangono altre barriere da abbattere che si incontrano quando ci si muove soprattutto nei luoghi densamente abitati.
La prima cosa complessa da superare è trovare un parcheggio prossimo alla zona da visitare. Questo aspetto è forse l’ostacolo maggiore perché il mezzo con cui ci muoviamo è molto ingombrante.

Wonder - Comunque, viaggiare… Wonder - Comunque, viaggiare…Parigi
Rispetto a questo problema del parcheggio mi piace ricordare la fortuna che abbiamo avuto a Parigi: arrivati in pieno centro siamo riusciti a trovare un posto per il nostro camper di sette metri lungo il viale dello Champ de Mars, sotto la Tour Eiffel, complice il caldo e la festa di Ferragosto.
Spesso nel mio peregrinare la sorte mi ha assistito e alcune situazioni altamente complesse si sono risolte grazie alla sensibilità dei singoli interlocutori casualmente coinvolti.
A testimonianza di questo vi racconto qui due episodi simpatici che mi fanno ancora sorridere perché mi ricordano che il mondo è più colorato e bello di come alle volte ce lo dipingiamo.

Assisi

Giunti ai piedi della collina, abbiamo trovato il parcheggio dei camper provvisoriamente inagibile. Abbiamo chiesto aiuto a un vigile, che ci ha consigliato di seguirlo e inaspettatamente ci ha scortato fino al piazzale della Basilica inferiore, concedendoci di parcheggiare a un passo dalla nostra meta… Meraviglioso!

Roma-San Pietro
Quando sono andata a Roma, la prima volta, avevo solo sei anni, ma mi ricordo perfettamente quanto accadde: avevamo prenotato un parcheggio in Piazza San Pietro in accordo con la Polizia locale. Ma, all’orario stabilito, su Roma si è messo a piovere a dirotto, al punto da impedirci di raggiungere la Basilica. L’indomani ci siamo presentati all’appuntamento mancato la sera prima senza prenotazione, la fortuna ha voluto che il vigile di turno fosse lo stesso del giorno precedente e che ci abbia detto: “Vi aspettavo ieri, ma va bene anche oggi”.
Una volta trovato il parcheggio adatto al mezzo, bisogna comunque calcolare i tempi di percorrenza per raggiungere la meta, perché l’uscita è condizionata alla durata delle batterie che alimentano tutte le apparecchiature elettromedicali.
Più di una volta sono arrivata al camper con le batterie del ventilatore al limite, già in allarme da un bel pezzettino… come a:

Mantova
La visita di Palazzo Te si è protratta più del previsto ed arrivai al camper proprio in extremis con la batteria del ventilatore in super riserva… Che paura!
Pertanto, anche se la fortuna mi ha sostenuta spesso nel raggiungimento dei miei obiettivi, nulla può essere affidato al caso: il percorso va studiato a tavolino nella giornata precedente e devo dire che è bello programmare la serata che precede l’uscita. Quand’ero bambina mia madre mi documentava perché io fossi più preparata ad ammirare ciò che vedevo. Ora lo faccio da sola.

Pisa

Il campo dei Miracoli mi fu presentato la sera prima con tanto di accurata descrizione delle caratteristiche della Torre di Pisa come torre pendente.
L’indomani, prima della visita, ci fu un ripasso delle architetture che mi accingevo a visitare. Alla domanda: – Ricordi qual è la struttura più famosa che vedremo oggi?
La mia mitica risposta fu: – Il castello piegato… questa risposta divertì talmente i miei genitori che ancor oggi noi chiamiamo in questo modo la Torre di Pisa.
Bisogna accertarsi dell’assenza delle barriere architettoniche sia lungo il tragitto ma anche all’interno dei luoghi da visitare.

Il castello di Fontainenbleau

Tale architettura è tra le più agibili che ricordo: piena di impedimenti, ma fornita anche di percorsi alternativi nascosti che mi hanno permesso di conoscerne ogni angolo.
Inoltre, cerchiamo sempre di arrivare nel luogo-meta in quelle ore in cui l’attrazione turistica ha il minor afflusso di visitatori perché inevitabilmente avendo una postura semi reclinata se c’è tanta gente riesco a godere poco delle bellezze che vado a visitare. Capita quindi che ci siano luoghi a me preclusi perché sempre troppo affollati.

Firenze Uffizi

Non sono mai riuscita a vederli perché le code di visitatori sono interminabili e le sale sarebbero troppo piene con grandi disagi per me.

Vi chiederete perché l’architettura e l’arte in genere mi emozionano maggiormente delle mete naturali: complice di questa mia preferenza è la difficoltà che ho nell’ammirare i panorami troppo aperti: la mia postura, infatti, mi porta ad avere la vista molto esposta alla luce e per quanto mi protegga gli occhi con occhiali e ombrellini non riesco sempre a tenerli aperti.
Da qui il mio interesse si è spostato in modo spontaneo verso le città d’arte dove portici, parchi ed edifici mi proteggono dalla luce diretta e mi permettono di godere al meglio l’uscita.
Mi sono così avvicinata alla storia dell’arte, in particolare alla pittura, che continuo a studiare con corsi personalizzati e calibrati sulle mie caratteristiche da due miei ex professori che mi vogliono bene e che mi accompagnano ancora, nonostante il mio percorso scolastico sia terminato anni fa.
Questi approfondimenti alimentano la mia curiosità e mi ispirano il desiderio di rimettermi in viaggio per raggiungere altri capolavori perché un appassionato non si sente mai appagato e vuole rinnovare la magia di stare accanto alle opere dei suoi artisti preferiti.

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