A “La biblioteca dei sentimenti” si parla del cinema

La settima arte ha ancora il suo fascino nell’epoca delle serie tv?

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Il cinema fa ancora sognare? E in tempi di serie da guardare comodamente sul divano, la settima arte conserva ancora il suo fascino e la sua magia? Sabato 17 maggio alle 16.30 su Rai3 a “La biblioteca dei sentimenti” i conduttori, Greta Mauro e Franco Arminio, insieme a Davide Rondoni, rifletteranno su questo e molto altro, con la regista Cristina Comencini e il giornalista e critico cinematografico, Oscar Iarussi. Ad accompagnare il racconto, le musiche di Giuseppe Oliveto, le foto di Carlos Solito e gli interventi di Riccardo Pedicone e Sara Ciafardoni.

La storia del cinema è costellata di piccole e grandi invenzioni tecniche. Anche in questo campo il progresso di fatto non si è mai arrestato, e ha visto alcune svolte epocali, come il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, dallo schermo quadrato a quello panoramico (detto in inglese widescreen), dalla pellicola analogica al digitale. Come conseguenza di tale sviluppo tecnologico accaduto in oltre 120 anni, è aumentato il grado di specializzazione delle maestranze impegnate sui set, e sono state create nuove figure professionali.

La cinematografia intesa come proiezione di immagini ha numerosi antenati, che risalgono al mondo antico. In oriente esisteva la rappresentazione delle ombre cinesi, mentre in Europa abbiamo studi ottici sulle proiezioni tramite lenti fin dal 1490, con la camera oscura leonardiana. Fu però nel XVII secolo che nacque l’antenato più prossimo allo spettacolo cinematografico, la lanterna magica, che proiettava su una parete di una stanza buia immagini dipinte su vetro e illuminate da una candela dentro una scatola chiusa, tramite un foro con una lente. Simile, ma opposto per modo di fruizione, era il Mondo nuovo, una scatola chiusa illuminata all’interno dove però si doveva guardare all’interno per vedere le immagini illuminate.

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