Una storia di coraggio e commozione per il sabato di Pasqua quella che che Rai 1 propone in
prime time: il 19 aprile, in prima visione alle 21.30, c’è “
Il miracolo di Sharon“.
Kentucky, 1994: Sharon Stevens è una parrucchiera di mezz’età, abbattuta e alcolista, in cerca di un riscatto personale dopo essere stata abbandonata dal marito. La donna s’impegnerà per aiutare una famiglia povera, che ha bisogno del denaro per la bambina di cinque anni, che da poco ha perso la madre, e che deve curarsi in attesa di un trapianto di fegato.
Da una storia vera, un bel ruolo, emozionante e civile, per Hilary Swank che brilla in un dramma edificante che coinvolge un’intera comunità.
Alla base vi è un’incredibile storia vera e per quanto diversi passaggi possano sembrare romanzati ad hoc per il grande schermo, alcune riprese di repertorio ci confermano che in realtà almeno una fase chiave è andata effettivamente in tal modo, smentendo sul nascere qualsiasi altra potenziale ipotesi. Il miracolo di Sharon è un film fortemente americano, nel bene e nel male: retorico, patriottico e profondamente religioso, seppur qui la fede è fortunatamente meno enfatizzata rispetto ad altre produzioni a tema. Perché il fulcro del racconto è sulla tenacia di questa donna sui generis, che decide di affrontare i suoi demoni cercando una causa ispiratrice, che la porta a donare tutta se stessa per il benessere di una bambina che ha dovuto affrontare non soltanto una drammatica perdita ma si trova anche a lottare, giorno dopo giorno, per la propria vita. Un’operazione decorosa e convenzionale, dove brilla soprattutto una straripante Hilary Swank. L’attrice si getta anima e corpo nel ruolo, dando vita a una figura controversa, ricca di sfumature, con la quale empatizzare per caricarsi addosso il peso morale di questa missione salvifica.