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CuriosArte: Il teatro Malibran e il fantasma della sposa di Marco Polo

Parte oggi la rubrica CuriosArte, curata dalla nostra Anastasia Marano. Ogni due settimane un approfondimento “curioso” dal mondo dell’arte. Un modo originale per scoprire aspetti poco conosciuti legati a questo settore. L’appuntamento è quindi ogni due mercoledì su “PuntoZip – La Cultura in un piccolo spazio”!

(Luca Ceccarelli. responsabile PuntoZip)

CuriosArte: Il teatro Malibran e il fantasma della sposa di Marco Polo CuriosArte: Il teatro Malibran e il fantasma della sposa di Marco PoloTra il crepuscolo e l’arrivo della notte un’irreale atmosfera avvolge Venezia. Sospesa tra l’Europa e l’Oriente, tremula nei mille riflessi dei suoi canali, la città sembra popolarsi di misteriose e fuggevoli presenze. Impossibile non farsi incantare.

In alcune notti d’estate, in balia di quest’incanto, passeggiando in corte del Milion, accanto alla chiesa di S. Giovanni Crisostomo, si può scorgere una bianca figura fluttuare nell’aria accompagnata da un dolce e malinconico canto di sapore orientale.

In quella corte sorgevano un tempo le residenze di Marco Polo e della sua famiglia.

Si racconta che durante il suo soggiorno in Cina, il famoso mercante veneziano si fosse innamorato di Hao Dong, una delle giovani figlie di Kublai Khan, nipote del più noto Gengis Kan. Travolto dall’amore, la prese in moglie per condurla con sè a Venezia insieme alle sete preziose, alle insolite spezie e a gemme e gioielli di inestimabile valore.

La giovane fanciulla, dolce e gentile, nella città lagunare soffriva di grande solitudine e nostalgia. La sua dolcezza e il suo carattere mite la esposero, indifesa, alla gelosia delle sorelle di Marco.

L’ostilità tra le due repubbliche marinare Venezia e Genova, sfociò in una battaglia che portò Marco lontano dalla sposa. Tornato dal suo viaggio nel Catai era stato insignito dell’onore del comando di una delle galee veneziane. Nel 1298 i veneziani si videro affondare 65 galee. I prigionieri furono più di 7000, tra essi Marco Polo, che dividerà la cella con Rustichello da Pisa, al quale detterà il suo “Milione”.

Alla principessa orientale, fu riportata dalle cognate invidiose, la falsa notizia della morte del marito. La fanciulla per il gran dolore dette fuoco alle sue vesti e si gettò dalle finestre della casa dei Polo. La accolsero le fredde acque del sottostante canale.

Per ironia della sorte la residenza di Marco Polo nel 1597 fu distrutta e abbattuta a seguito di un violento incendio. Sulle sue ceneri sorse il Teatro Malibran.

Il teatro fu progettato da Tommaso Bezzi, «architetto, macchinista, pittore, disegnatore; ingegno universale, di fervida e sbrigliata fantasia, pronto all’inunaginare e all’eseguire», come lo definì Il marchese Cesare Campori, poeta e storico italiano del 1800.

Inaugurato durante il carnevale del 1678 col Vespasiano di Carlo Pallavicino, divenne in poco tempo, il più importante, lussuoso e stravagante palcoscenico veneziano.

Non vi sono documenti certi sulla storia della moglie orientale di Marco Polo, le notizie della vita del viaggiatore sono rare e lacunose.

Tuttavia qualche anno fa, durante alcuni scavi nelle fondazioni del Teatro Malibran, costruito sulle antiche case della famiglia Polo, sono stati ritrovati con gran stupore, dei resti umani risultati appartenenti a una donna asiatica. A corredo della sepoltura erano stati posti oggetti di chiara fattura cinese e un diadema con lo stemma imperiale.

Se nelle terse notti estive ci si sofferma un attimo sul ponte che dà accesso alla corte, può accadere con un pò di fortuna, che dalle finestre del palazzo l’eterea figura fluttui nell’aria, spandendo nel buio della notte il suo struggente canto.

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