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CuriosArte: La statua in cui soffia lo spirito di Artù

CuriosArte: La statua in cui soffia lo spirito di Artù CuriosArte: La statua in cui soffia lo spirito di ArtùLe scogliere dell’isola di Tintagel, un aspro promontorio, proteso nell’Oceano Atlantico, spazzato dal vento, divengono il luogo perfetto per una scultura suggestiva e inquietante di Re Artù.

Completata nel 2016, la scultura in bronzo alta 2,4 metri è stata commissionata dall’ English Heritage e viene così a far parte dell’esperienza di visita del castello di Tintagel. Il sito, di recente scoperta, ha destato stupore in tutto il mondo, poiché le mura di un antico castello sono state rinvenute proprio nel punto esatto in cui, secondo la leggenda, sarebbe nato re Artù.

Il castello di Tintagel è situato nella omonima penisola, connessa alla costa della Cornovaglia da una sottile striscia di terra.
Secondo la leggenda, il re Uther Pendragon s’innamorò perdutamente di Igraine, moglie di Gorlois, duca di Cornovaglia, che risiedeva proprio a Tintagel. Grazie alla magia di Merlino, Uther assunse le sembianze di Gorlois e poté così introdursi nella fortezza, ma specialmente nelle stanze della regina. Fu in questo modo, grazie alla magia e all’inganno, che il re di Camelot venne al mondo.

Anche se il racconto sulla nascita di Artù sembra solo una leggenda, è possibile che si basi su un fondo di verità. La storia di come Excalibur sia stata gettata nel lago dopo la morte di Artù, per restituirla alla Dama del Lago, sembra altrettanto fantasiosa, eppure gli archeologi hanno rinvenuto molte armi, tra cui soprattutto spade, che venivano gettate in pozze sacre o in laghi dagli antichi Britanni come offerta per qualche dea delle acque. Forse anche la spada di Artù fu donata a una dea, nella speranza che curasse le sue gravi ferite o che accogliesse il suo spirito morente.

Una cosa simile può essere accaduta anche per la storia del concepimento di Artù. Di certo nel V secolo il re era circondato da consiglieri reali, tra cui druidi o indovini, come lo era Merlino, ma anche da bardi e sciamani, che conoscevano le erbe medicinali e quelle allucinogene. Non è improbabile l’ipotesi secondo la quale a Igraine venne somministrata una pozione in grado di non farle riconoscere Uther, facendole credere che si trattasse invece di suo marito.

La suggestiva statua insieme ad altre installazioni, risponde all’idea di far rivivere la storia e la leggenda del sito in modo da affascinare i visitatori. La statua di Re Artù, opera dello scultore gallese Rubin Eynon, è stata intitolata “Gallos”, parola cornica traducibile in “potere”. Nonostante abbia quella che sembra essere la leggendaria spada, Excalibur in mano e la corona sulla testa, l’English Heritage non ha voluto né confermare né smentire ufficialmente che la statua raffiguri re Artù o meno.
Questa vaghezza deriva probabilmente da precedenti critiche ricevute, in particolare per l’intaglio del volto di Merlino nella parete rocciosa. La linea ufficiale è che rappresenta non solo la leggenda di Artù, ma l’eredità reale e l’importanza storica del sito.
Tuttavia, per la maggior parte dei visitatori sarà la scultura di Re Artù a Tintagel.

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In bronzo massiccio, ci sono voluti più di sei mesi per progettare, scolpire e fonderla. Le dimensioni e il peso della statua hanno fatto sì che quando è stata installata nell’aprile del 2016 era in realtà più facile farla volare in elicottero piuttosto che trascinarla su e giù per le centinaia di gradini fino all’isola.
Nel complesso, la scultura di Gallos ha ricevuto un’accoglienza positiva, è un’opera di bellezza che nonostante la sua natura contemporanea, si integra totalmente nell’ambiente circostante.

Nonostante molti storici siano scettici sulla reale esistenza di un sovrano chiamato Artù, alcune delle fonti, come la Storia della Britannia del monaco Nennio, datata 850 d.C., ritrae Artù in una cornice più vicina alla realtà e alla storia. Secondo Nennio, Artù era un soldato che unì i Britanni nella lotta contro gli invasori Anglo-Sassoni intorno all’anno 500.

In ogni modo la statua stupisce per la sua imponenza e per il suo suggerire, più che una presenza materiale, l’aleggiare dello spirito di Artù e delle sue avventurose vicende. Quanto può essere emozionante vivere l’incanto di antiche leggende che sanno di maghi e di fate, d’impavidi cavalieri e personaggi leggendari? Rimanendo in silenzio, potreste udire la loro voce, soffiata dal vento tra i vuoti e i pieni dell’imponente bronzo.

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