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Il Toccasana – Antinfiammatori: gioie e dolori

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Antinfiammatori: gioie e dolori

Alzi la mano chi di noi al primo dolorino non ricorre ai famosi farmaci antinfiammatori per rimuovere sul nascere questo sintomo sgradevole che compromette le nostre attività quotidiane.
Nell’era della velocità e della performance si è ridotto anche il tempo di attesa tanto auspicato dai nostri nonni: “ Fermati un po’ e riposati che ti passa”.
Tra l’incoscienza dei nostri antenati e la mancata gestione del dolore e quindi la compromissione del nostro stile di vita, è possibile però trovare un equilibrio che si fonda sul concetto di appropriatezza d’uso e che richiede un minino di conoscenza dei farmaci antidolorifici e antinfiammatori e degli eventuali effetti collaterali in caso di prolungato utilizzo e di abuso.

L’infiammazione è una risposta fisiologica del nostro organismo a un insulto esterno.
Nel momento in cui si attiva questo meccanismo in seguito a un danno, le cellule del sistema immunitario e una serie di mediatori, in particolare le prostaglandine, si attivano per rimuovere l’insulto e ripristinare le condizioni iniziali, riparandolo.

E’ importante sottolineare che alcuni mediatori sono coinvolti fisiologicamente in meccanismi come la regolazione della temperatura corporea, la coagulazione, la produzione di muco gastrico, la funzionalità renale e la sensibilizzazione di alcuni recettori alla percezione del dolore.
L’infiammazione attiva un enzima che ne amplifica la produzione affinché essi si adoperino ad eliminarne la causa scatenante.
Il dolore è quindi un sintomo che indica un segnale d’allarme da non ignorare.

L’utilizzo degli antinfiammatori (FANS– farmaci antinfiammatori non steroidei) quindi, rimuove il dolore e in alcuni casi la febbre associata, ma determina l’inibizione di quelle azioni fisiologiche dei mediatori, alterando l’equilibrio corporeo.

Gli effetti collaterali più comuni quando si utilizzano antinfiammatori per periodi prolungati sono:
-inibizione dell’aggregazione piastrinica
-danni gastrici
-danni renali
-tossicità epatica
-problemi cardiovascolari

In merito alla tossicità epatica lo stesso paracetamolo, utilizzato in dosi superiori a quanto previsto dalla posologia indicata sul foglietto illustrativo, può determinare una necrosi del fegato talvolta irreversibile.
Atteniamoci quindi alla prescrizione del medico in caso di terapia a lungo termine e monitoriamo il nostro stato di salute mentre assumiamo farmaci antinfiammatori.

Nel caso di terapia al bisogno è fondamentale non sottovalutare il sintomo e indagarne le cause con un medico qualora esso si ripeta.
“Pigliate na pastiglia senti a me” per parafrasare il celebre Renato Carosone non può mai essere un monito, ma solo un motivetto allegro da cantare sotto la doccia.

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