Per il ciclo “Quando il gioco si fa duro”

L’attore belga, che aveva dato segni di parziale rinascita con il catartico esperimento metacinematografico JCVD – Nessuna giustizia (2008) e con un paio di discreti titoli di genere nell’immediato periodo successivo, negli ultimi anni è tornato in quella mediocrità che ha caratterizzato la seconda parte della sua carriera.
Ecco perciò che un film come questo è importante per sottolineare come in mezzo a produzioni non esaltanti il Nostro sia ancora in grado di dire la sua, adoperando quelle sfumature drammatiche che erano già emerse nello scorso decennio. Pur nella sua declinazione action infatti, l’operazione è una sorta di redemption-story dove a dominare la scena è la tensione emotiva, vera e propria costante dell’ora e mezza di visione.
D’altronde il ruolo della spia, potenzialmente sacrificabile da ambo i lati della barricata, sottintende a una struttura di ambiguità e il doppio gioco può nascondersi dietro ogni angolo. Realizzato con fondi europei, tra Francia e Belgio, The Bouncer – L’infiltrato vede alla regia Julien Leclercq.
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