Oggi in tv a”Basta la Salute” gli ospedali del futuro
In sommario anche l’attività di Operation Smile
Solo il 18% degli ospedali italiani ha meno di trent’anni, moltissimi sono ultracentenari. Strutture “a padiglione” che condizionano il loro funzionamento, aggravano i costi di gestione, rendono complicati servizi accessori come l’ospitalità ai parenti dei degenti, gli asili nido per il personale. Complessa anche la didattica, o l’attività di ricerca scientifica per la dislocazione non moderna dei fabbricati, molti dei quali non hanno la necessaria digitalizzazione. Il Politecnico di Milano ha lavorato a linee guida che sono state recepite da Oms Europa, e saranno lo standard per la costruzione di nuove strutture. A “Basta la Salute”, il settimanale di medicina e sanità a cura di Gerardo D’Amico, in onda mercoledì 26 marzo alle 16.40 e 21.40 su Rainews24, ne parla Stefano Capolongo, direttore di Design&Healt Lab del Politecnico.
Obiettivo, inoltre, sulla mission di Operation Smile, che da 40 anni opera in 60 Paesi nel mondo per portare la sanità d’eccellenza nelle nazioni in via di sviluppo, ha preso in carico più di 400mila persone e soprattutto ha fatto nascere comunità locali di specialisti in grado di approcciare i delicati interventi multidisciplinari per operare la labiopalatoschisi, di cui soffre 1 neonato su 800. L’intervista a Luca Auteliano, coordinatore del Centro Clinico di Operation Smile all’Ospedale San Paolo di Milano.
E ancora, in Italia si impiantano 220 mila protesi ogni anno, soprattutto anca e ginocchio: materiale sempre più biocompatibili e resistenti all’usura, tempi di recupero post-operatorio calcolati in ore, interventi sempre più precisi anche grazie all’utilizzazione dei robot. Il prossimo passo saranno i software per la sostituzione delle protesi che occorre fare attorno ai 15-20 anni dal loro innesto. Lo spiega Francesco Verde direttore di Chirurgia Protesica Mininvasiva del San Raffaele di Milano
Si chiude con Edoardo Nevola che rilancia l’allarme del Wwf.
Le deforestazioni e le zoonosi, eventi sempre più connessi, preoccupano gli scienziati.