Oggi in tv appuntamento con “La Biblioteca dei sentimenti”
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Oggi in tv appuntamento con “La Biblioteca dei sentimenti”

Com’è cambiato il modo di ballare degli italiani?

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Dai balli liberatori del dopoguerra alle prime discoteche degli anni ’60, dalle balere ai rave, dalle mazurke al tango ai balli dance. Com’è cambiato il modo di ballare degli italiani? Sarà il tema al centro della puntata de “La Biblioteca dei sentimenti”, il programma che guarda il mondo attraverso la lente della letteratura, condotto da Greta Mauro e Franco Arminio con Davide Rondoni, in onda su Rai 3 sabato 15 marzo alle 16.30. Ospiti in studio l’antropologo Marino Niola e la giornalista Lorenza Fruci.

Un tempo, per i piccoli paesi che non potevano permettersi di edificare una struttura stabile, vi erano balere mobili che venivano montate per le feste o le sagre, con una struttura in legno, palo centrale che reggeva il telone di copertura, pista in legno costruita a spicchi che dava forma poligonale alla struttura. La prima balera documentata è quella che il violinista Carlo Brighi (detto zaclén, “anatroccolo”) aprì sulla fine del XIX secolo a Gatteo (FC), chiamata il Capannone Brighi. La parola balera viene usata in Emilia anche per indicare solamente la pista da ballo quando questa viene montata all’aperto: quelle vecchie sono formate da pannelli di assi di legno che si incastrano uno nell’altro, quelle nuove sono in metallo. A causa delle tipologie musicali praticate, la balera rimane associata ad un divertimento pacato e senza eccessi, tipico delle generazioni nate nella prima metà del XX secolo. Le generazioni nate a partire dagli anni sessanta si sono allontanate da questo tipo di locale, preferendo frequentare le discoteche. Nella zona delle quattro province (Genova-Alessandria-Pavia-Piacenza) il ballo tradizionale è tuttora molto sentito. Anche le più piccole frazioni sono dotate di balera, sia per motivi meteorologici che per problemi di spazi agibili legati alle caratteristiche della montagna. Sono locali rustici, costruiti con materiali di recupero.

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