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Recensione: “Finché tutto resta nascosto in un cassetto” – Una vita in un comò

Recensione: "Finché tutto resta nascosto in un cassetto" - Una vita in un comò Recensione: "Finché tutto resta nascosto in un cassetto" - Una vita in un comòFinché tutto resta nascosto in un cassetto
di Olivia Ruiz
Garzanti editore

Olivia Ruiz, al secolo Olivia Blanc, cantautrice e attrice francese di origine spagnola, aveva già omaggiato la sua nonna materna adottandone il cognome.
Lo fa ancora rendendola protagonista del suo primo romanzo, il cui titolo originario è “La commode aux tiroirs de couleurs”, che in Francia ha riscosso un grande successo di vendita.

Il romanzo è strutturato in tre parti: prologo, racconto, epilogo.
Il racconto prende avvio da un lascito di un comò e da uno scritto che lo accompagna.
È la nonna che lo lascia in eredità alla sua nipotina preferita con l’intento di svelarle, in modo inconsueto, le sue radici e le verità scomode della famiglia mai prima rivelate. Ogni cassetto colorato del comò conserva uno o più piccoli oggetti di scarso valore, che fanno, però, scaturire ricordi che permettono alla nonna di ripercorrere la sua stessa lunga esistenza, fatta di grandi perdite e dolori, ma, anche di tanto amore.

Il dipanamento di questi ricordi tracciano il profilo di una bimba, e del suo divenire adulta, determinata, lucida, forte, con un grande desiderio di riscatto identitario e sociale; desiderio che le permetterà di superare il grande trauma dello sradicamento attraverso l’integrazione in un Paese non suo e che la guarda, per di più, con occhi pregiudizievoli.
Il romanzo offre spunti di riflessione, che sebbene contestualizzati nella Spagna franchista e in una Francia che ne subisce il consequenziale esodo, ben si adattano alla nostra contemporaneità.

Nel romanzo s’incontrano grandi temi come la perdita dei sogni infantili e il senso di abbandono; la scoperta dell’amore e l’importanza della solidarietà; la fierezza delle proprie radici e la menzogna eretta a mezzo di sopravvivenza; la tenacia nel sostenere i valori di libertà e giustizia calpestati dal tiranno, a scapito della propria stessa vita e la negazione dell’appartenenza per sopravvivere e darsi una possibilità di riscatto; i sentimenti umani declinati in tutte le loro sfumature e la violenza, non soltanto di destra, ma, anche di chi ha fatto la Resistenza.

Scritto in prima persona, il romanzo rispetta l’andamento del racconto orale, che ben si adatta alla situazione della nonna che racconta, in modo familiare ed empatico, una storia alla propria nipote.
Il prologo e l’epilogo sono strumentali alla nipote per contestualizzare, precisare, definire le circostanze e l’oggi.

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