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Recensione: In nome del libro – La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare

Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare“…Dico che non è illogico pensare che il mondo sia infinito. Chi lo giudica limitato, suppone che in qualche luogo remoto i corridoi e le scale e gli esagoni possano inconcepibilmente cessare; ciò che è assurdo. Chi lo immagina senza limiti, dimentica che è limitato il numero possibile dei libri. Io m’arrischio a insinuare questa soluzione: la biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine (che, ripetuto, sarebbe un ordine: l’Ordine). Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine.”

(Borges – La Biblioteca di Babele)

Un soggetto cinematografico ci vorrebbe, non una recensione, per raccontare, a chi ancora non lo conosce, questo libro evento, questa opera nell’opera, questo importantissimo progetto letterario-fotografico a cura di Alberto Manguel, Antonio Filipe Pimental e Stefano Salis (per la parte testuale) e di Massimo Listri (per la parte fotografica) dal titolo “In nome del libro – La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare” (Franco Maria Ricci editore, 156 P., ill., ril.)

Una sceneggiatura, ci vorrebbe. Una di quelle alla “Io non sono qui”, film di Todd Haynes del 2007, dove la leggenda Bob Dylan viene divisa in quattro personaggi, rappresentanti ognuno un lato della sua complessa personalità.

Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare

Per raccontare la storia di un edificio come la biblioteca, le parole, difatti, non bastano; allora esce questo bel volume dove, oltre a gsoprattutto, ci si interroga su un’annosa questione: che cos’è una biblioteca?

Gli autori, portando esempi concreti – ma soprattutto dividendo mirabilmente la loro opera in tre parti (contenitori di conoscenza / palazzi di libri/ la mia biblioteca) ci rendono partecipi di un viaggio vero e proprio, al termine del quale capiamo che una risposta vera, definitiva, non c’è.

Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mare Recensione: In nome del libro - La gloria delle biblioteche, di qua e di là dal mareCosa differenzia, infatti, il piccolo impianto della seppur mitica biblioteca di Alessandria, da quello enorme, anzi direi gigantesco,di quella della facoltà di teologia dell’università Coimbra o del Real Gabinete de leitura di Rio de Janeiro?

Che differenza c’è tra le biblioteche a cielo aperto degli sperduti villaggi africani, dove i libri sono contenuti in sacchetti che penzolano dai rami degli alberi, di cui gli autori ci parlano approfonditamente, e i magnifici palazzi portoghesi, pieni di stucchi, scaffali, etc., che possiamo ammirare nelle stupende fotografie di Listri (su tutte, da segnalare sono quelle alla Biblioteca del palazzo nazionale di Mafra)? Nessuna.

E le perdite irreparabili, i saccheggi, gli incendi, non potranno nulla – ci dicono sempre i nostri buoni autori – contro l’assioma dimostrante che, se in ogni parte del mondo esiste una biblioteca è perché, in ogni parte del mondo, esiste qualcuno che, per dirlo con Manguel,”…compie una sorta di cartografia pratica. Come altri lettori nutro una fiducia sconfinata nella capacità della lettura di mappare il mio mondo. So che in una certa pagina, da qualche parte tra i miei scaffali, mi sta fissando il quesito con cui mi sto arrovellando oggi, espresso a parole tanto tempo fa da qualcuno che non poteva sapere della mia esistenza.”

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