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Recensione: La lettera di Ari – tante domande, poche risposte

Recensione: La lettera di Ari - tante domande, poche risposte Recensione: La lettera di Ari - tante domande, poche risposte“Questa è la storia di una ragazza.
Questa è la storia.
Questa è la Storia.
La storia senza nome di una ragazza senza nome.
Senza nome, non perché non avesse un nome, ma perché ne aveva tanti, uno diverso per ogni persona che avrebbe voluto chiamarla.
La ragazza era bruna, ma di un nero lucido e pericoloso, quasi vischioso, tenace.
La pelle bianca come il latte sotto la lice di un mattino neonato.
Il corpo formoso, solido, come una torre, regale, ma avrebbe potuto anche essere sottile come un capello sospinto dal vento”.

Questo è “La lettera di Ari” di Aretina Tiziana Marco (GrausEdizioni), scrittrice italo-svizzera, formata in lettere, filosofia dell’arte e filosofia comparata orientale in diversi atenei.

Romanzo che definirei “insolito” sia dal punto di vista dello stile che della storia.
La protagonista non si presenta mai, narra le vicende dei fatti che la riguardano attraverso la descrizione e il racconto delle persone che entrano ed escono dalla sua vita. Unico punto di riferimento la cara amica Marzia, cui la nostra protagonista si rivolge mettendo a fattor comune avvenimenti accaduti prima di averla conosciuta, dopo e durante.
Quella che leggiamo è una vera e propria lettera suddivisa in vari e singoli episodi ricchi di persone, luoghi, stati d’animo e considerazioni, domande che non trovano risposte.
Lo stile, quindi, è quello di una missiva, anzi per l’esattezza di più missive, ed è così che va affrontato il romanzo, senza aspettarsi una storia di senso compiuto con un inizio e una fine.
Sicuramente interessante per chi vuole uscire dagli schemi e leggere qualcosa di diverso.

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