Vai al contenuto

Recensione: “Pancine fantastiche” – Donne e disvalori

Recensione: "Pancine fantastiche" - Donne e disvalori Recensione: "Pancine fantastiche" - Donne e disvaloriPancine fantastiche
di Cristiana Boido
Editore PaginaUno

Le donne non dicono ‘NOI” scrive Simone de Beauvoir ne “Il secondo sesso”.
In Pancine fantastiche, un saggio di Cristiana Boido, il noi è invece proclamato a gran voce da un certo tipo di donne: le “adepte” di alcuni gruppi facebook sorti in un recente passato, definite “Pancine”.

Qualche anno fa il blogger Vincenzo Maisto scovò nei social questi gruppi di mamme perfette e perfettibili e infiltrandosi all’interno di essi, rese pubbliche molte delle loro vicende e dei loro post, consentendo a una grande moltitudine di utenti di conoscere, sorridere e deridere queste donne che diventarono un vero e proprio caso del momento.

L’analisi lucida e antropologica della Boido, fruibile, scorrevole e ben scritta, non punta il dito su questo fenomeno social, piuttosto spiega i meccanismi e le componenti socio culturali che sono alla base della nascita di vere e proprie tribù virtuali di donne, la cui unica ambizione nella vita è allevare bambini e soddisfare e venerare i mariti.

L’analisi degli stereotipi, effettuata magistralmente dalla Boido, induce una riflessione importante circa quel famoso “Noi” di cui parlava la Beauvoir: l’adesione ad un certo tipo di valori ha determinato una sorta di aggregazione tra alcuni tipi di donne, che ha consentito l’integrazione solo di chi abbia aderito perfettamente a questa stessa mentalità.

Le mamme pancine infatti, non soltanto non permettono l’ingresso di chiunque nel gruppo e anzi, brutalmente, additano come “ facilina” o peggio, qualunque altra donna non sposi valori simili ai loro.

La Boido palesa nel saggio una grande verità e cioè che il maschilismo purtroppo non è affatto solo un problema degli uomini.
Il patriarcato anzi, affonda le radici in moltissime donne, che con le proprie simili, diventano spesso invidiose, meschine, competitive.

Certi disvalori, come scrive Alessandra Faiella, scrittrice e attrice, sono penetrati nella coscienza di molte, che hanno introiettato e accettato la propria posizione di inferiorità.

La lettura del testo dunque è utile a tutte le donne, perché anche la più apparentemente evoluta tra noi, ha intrisi e radicati certi disvalori e forse, in qualche modo, la repulsione che in molte proviamo per le mamme pancine, nasce dal rifiuto di qualcosa che scorgiamo anche in noi: il riflesso o la proiezione di qualche nostra prigione dalla quale siamo invitate con la lettura di questo testo a liberarci.

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend