La restaurazione
Nel 1660, dopo la morte di Cromwell, il re in esilio torna trionfalmente a Londra: con Carlo II la monarchia è restaurata e anche il Commonwealth non sopravvive alla morte di Cromwell. Ma due gravissime tragedie colpiscono la nazione: l’epidemia di peste ed il grande incendio di Londra. Lo racconta “Gli Stuart. Un regno di sangue”, in onda giovedì 3 aprile alle 22.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. Secondo i realisti Carlo divenne re il 30 gennaio del 1649 quando suo padre, Carlo I Stuart, fu decapitato dinanzi alla residenza reale, il palazzo di Whitehall. Tuttavia, il parlamento si rifiutò di proclamare Carlo re, e in Inghilterra ebbe inizio il periodo repubblicano, sotto il protettorato di Oliver Cromwell, che divenne lord protettore del Commonwealth britannico. Al contrario, il parlamento di Scozia nominò Carlo re di Scozia il 5 febbraio 1649 nella città di Edimburgo. Fu incoronato re di Scozia presso Scone il 1º gennaio 1651. Dopo la battaglia di Worcester del 3 settembre 1651 fu costretto a lasciare l’Inghilterra e si rifugiò per i nove anni che seguirono tra Francia, Repubblica delle Province Unite e Paesi Bassi del Sud. Quando nel 1659 il protettorato retto da Richard Cromwell, figlio di Oliver, cadde, il generale George Monck invitò formalmente Carlo a tornare in patria dove avrebbe governato da re. Il 25 maggio 1660 Carlo sbarcò sul suolo inglese e il 29, giorno del suo trentesimo compleanno, entrò trionfalmente a Londra. Il 23 aprile 1661 venne incoronato re d’Inghilterra, Scozia, Irlanda nell’abbazia di Westminster, come tradizione. Nel 1679 Carlo decise di abolire il parlamento e governò da sovrano assoluto fino al giorno della sua morte, avvenuta il 6 febbraio del 1685. Carlo II fu noto anche con il nome Merry Monarch (monarca allegro), a sottolineare il clima di edonismo della sua corte e il sollievo generale procurato dal ritorno a una situazione di normalità.
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