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Stasera in TV: “A “Italiani” Giuseppe Dosi, il poliziotto artista”. Su Rai Storia l’uomo che creò l’Interpol

Stasera in TV: "A "Italiani" Giuseppe Dosi, il poliziotto artista". Su Rai Storia l'uomo che creò l'Interpol Stasera in TV: "A "Italiani" Giuseppe Dosi, il poliziotto artista".  Su Rai Storia l'uomo che creò l'InterpolÈ stato tra i promotori della moderna “Interpol” – la rete che lega le polizie di tutto il mondo – e anche uno dei suoi funzionari più esperti. Con quarantatré anni di servizio e oltre trentamila pratiche evase, i suoi successi non si contano. Alla figura di Giuseppe Dosi è dedicato il documentario “Giuseppe Dosi, il poliziotto artista”, in onda stasera alle 22.50 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”.

Il filmato si apre con i ricordi di un’intera vita professionale che il poliziotto, interpretato da un attore, racconta a un giornalista de “L’Europeo” nella Roma del 1956. Dopo gli esordi da investigatore di successo – negli anni ‘20 – e una difficile convivenza con il fascismo, Dosi diventa – negli anni Cinquanta, prima della pensione – uno dei promotori di una Commissione Internazionale di Polizia Criminale, che lui stesso battezza Interpol, conducendo importanti inchieste contro traffici di droga, la mafia italo-americana e la “tratta delle bianche”.

Il programma, realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato e il suo Museo Storico e con il Museo della Liberazione, è arricchito da riprese originali, anche nel carcere di Regina Coeli di Roma, e della testimonianza della figlia prediletta, Maria Letizia Dosi; dello storico dell’età contemporanea Mauro Canali; del primo dirigente di PS, Raffaele Camposano, direttore del Museo Storico della Polizia di Stato; e di Pompeo Martelli, direttore del Polo Museale dell’ex Ospedale Psichiatrico di Santa Maria della Pietà.

Importanti documenti storici inediti e fotografie mai visti né pubblicati prima sono state cortesemente forniti dal Museo della Liberazione di Via Tasso, che ospita il Fondo Dosi, ancora in corso di inventariazione. La direzione del carcere di Regina Coeli, infine, ha consentito le riprese nei padiglioni storici in cui Dosi fu detenuto durante il fascismo.

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