Un regista in cerca di storie che si aprano all’analisi, alla critica esistenziale, all’introspezione: Marco Bellocchio, ospite della seconda puntata di “
Amabili testi“, in onda mercoledì 26 marzo alle 20.20 su Rai 5, è un lettore appassionato e onnivoro, un autore che appunta le sceneggiature dei suoi film con schizzi, disegni, storyboard, un po’ come faceva Fellini. Il suo studio romano, sulla Nomentana, è la casa dei suoi libri. Qui, tra scaffali carichi di testi misti a sceneggiature, soggetti, disegni, videocassette e dvd, lo incontra Edoardo Albinati, che con Bellocchio ha scritto la sceneggiatura del film, “Fai bei sogni”, ispirato al romanzo di Gramellini.
Lo studio di Marco Bellocchio ospita una biblioteca privata singolare, non ordinata e soprattutto non casalinga. Anche la biblioteca, insomma, riflette l’incessante lavoro del grande regista, le sorprese e gli stupori che continuamente ricerca tra le pagine destinate a tramutarsi in immagini in movimento: il cinema.
Davanti a due caffè, sfogliando libri e appunti, riflettendo sui classici, ma anche su libri d’arte e romanzi contemporanei, Edoardo Albinati e Marco Bellocchio si ritrovano a parlare di letteratura e dei piccoli grandi vizi dei veri lettori.
Marco Bellocchio, nato e cresciuto a Bobbio, frequenta le scuole salesiane dove dimostra già da piccolo un animo ribelle, segno distintivo che lo caratterizzerà anche in età adulta. Inizia gli studi universitari, interrotti poco dopo per seguire la passione del cinema; si iscrive al Centro sperimentale di cinematografia e comincia la sua carriera da regista di cortometraggi, fiction e documentari. Attratto dalla complessità del cinema, approfondisce tutti gli aspetti dell’arte, formandosi soprattutto sugli insegnamenti del neorealismo e della tetralogia della malattia dei sentimenti di Antonioni. Unisce così la sapienza tecnica ad un raffinato gusto estetico e realizza il suo primo film, I pugni in tasca (1965), presentato alla Mostra di Venezia come produzione indipendente.