Il 3 settembre 1982, a Palermo, veniva assassinato in un agguato mafioso il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nell’attentato furono uccisi anche sua moglie, Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Il film di Giuseppe Ferrara “
Cento giorni a Palermo”, in onda domenica 23 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”, racconta il periodo in cui Dalla Chiesa fu nominato prefetto del capoluogo siciliano, prima dell’attentato. Nel cast, Lino Ventura, Giuliana De Sio, Arnoldo Foà, Lino Troisi, Stefano Satta Flores.
Il racconto della figura pubblica e la vicenda privata del generale s’intrecciano con profondità ed equilibrio, grazie al rigore e alla mano sicura del regista, veterano del genere biografico e giudiziario. Merito di Ferrara è anche quello di dotare il film di una traccia d’inchiesta molto precisa, pur avendo cominciato a realizzare il lavoro a pochi mesi dal tragico attentato: la tensione è continua, alimentata dal tema costante dello scontro del protagonista con un’istituzione ostile e a tratti collusa con la mafia. Molto potente l’interpretazione di Lino Ventura, con leale compresenza di Giuliana De Sio.
Lino Ventura interpreta ottimamente il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il film è fedele al titolo, tratta solo di quei cento giorni in cui il generale è stato prefetto a Palermo. Nella lotta alle brigate rosse aveva avuto l’appoggio dello Stato e ne era uscito splendidamente vincitore. Nella lotta alla mafia? Perché tanti misteri? Perché non ha avuto i poteri speciali che chiedeva? Perché viaggiava sulla macchina della moglie che non aveva protezioni antiproiettile? Chi lo ha mandato a Palermo ha davvero pensato “E’ riuscito a sconfiggere le brigate rosse, mandiamolo a Palermo che forse è l’unico uomo capace di sconfiggere la mafia?” O forse dava ormai troppo fastidio a qualcuno e l’hanno mandato a Palermo per farlo uccidere?