“Frammenti di un discorso morale. Falcone e Borsellino, la Tv, le parole”

Le apparizioni televisive di Falcone e Borsellino e i loro discorsi sulla mafia e la corruzione in Italia. Le ripropongono Beppe Fiorello e Massimo Popolizio in “Frammenti di un discorso morale. Falcone e Borsellino, la Tv, le parole” di Andrea Salerno, in onda sabato 24 maggio alle 22.35 su Rai Storia, per il ciclo “Documentari d’autore”.
Le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono intrecciate fin dall’inizio. Entrambi nacquero a Palermo: Giovanni il 20 maggio 1939, Paolo 8 mesi dopo, il 19 gennaio. Ed entrambi crebbero nella Kalsa, l’antico quartiere di origine araba di Palermo, zona di professori, commercianti ed esponenti della media borghesia. Abitavano a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro e furono amici fin da bambini: si ritrovavano a giocare in piazza della Magione. Nella vita del piccolo Giovanni c’erano la scuola, l’Azione cattolica e pochi divertimenti. Per l’austero padre, viaggi e villeggiatura non esistevano. «Mio padre stava molto in casa», raccontava Falcone nel libro di Francesco La Licata Storia di Giovanni Falcone (Feltrinelli): «per lui era un punto d’orgoglio non aver mai bevuto al bar una tazzina di caffè.» E anche la madre era una «donna energica e autoritaria. Con i 7 e gli 8, la mia pagella veniva considerata brutta». In casa Borsellino, invece, l’ambiente era più vivace: c’erano spesso amici in visita e si discuteva di libri e di filosofia. A scuola Paolo non sbagliava un colpo. In greco aveva 10, si alzava alle 5 del mattino per studiare e la sua memoria prodigiosa faceva il resto. I suoi genitori possedevano una farmacia in via della Vetreria, e anche per questo il padre era un’autorità nel quartiere. Giovanni e Paolo frequentarono tutti e due il liceo classico. Per il primo le scuole secondarie furono particolarmente importanti.
Appuntamento da non perdere.
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