La trilogia finale di una serie Bbc, introdotta per Rai Storia da Emilio Gentile, svela la conclusione della parabola del nazionalsocialismo. Il Fuhrer è morto, la guerra è persa. E ora i gerarchi del regime devono rispondere dei tremendi crimini commessi. Ma portarli alla sbarra non sarà facile. Molti di loro riescono a eludere la giustizia, tra fughe, nuove identità e complicità insospettabili. Ma altri si mettono sulle loro tracce: sono i cosiddetti cacciatori di nazisti.
La seconda puntata, dal titolo “
Ratline“, in onda martedì 15 aprile alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, racconta il modo in cui vari gerarchi nazisti responsabili di orrendi crimini riuscirono a sfuggire, aiutati da complicità insospettabili. Tra loro, Adolph Eichamnn, il burocrate della Shoah, che visse in Argentina sotto falso nome, fino al suo arresto nel 1960 a opera del Mossad, cui seguì il celebre processo tenutosi in Israele nel 1961.
“Ratline”, la linea dei topi. È il nome della rotta di fuga su cui riuscirono a scappare dall’Europa molti criminali nazisti, quasi tutti diretti in Argentina. Quattro di loro, in particolare, meritano attenzione, per la dedizione e la crudeltà con cui servirono il male assoluto. Josef Mengele, il medico angelo della morte di Auschwitz. Klaus Barbie, assassino e torturatore che imperversò a Lione. Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine. Adolf Eichmann, “Lo zar degli ebrei”, l’uomo che ne organizzava i trasporti ai lager. I loro crimini ci mostrano sin dove può spingersi l’obbedienza e dove può arrivare l’assenza di pietà. Le loro fughe ci rivelano la protervia dei colpevoli, ma anche l’avidità e la colpa imperdonabile dei complici, in una rete di aiuti e connivenze che andava dal Vaticano fino all’Argentina di Juan Peron, passando per l’Alto Adige e per Genova.
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