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Stasera in tv arriva Di là dal fiume e tra gli alberi 

Trevigiano, gioia saturnina

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Treviso e i suoi dintorni, nel Duecento, furono ribattezzati “marca gioiosa”. Lo racconta il doc “Trevigiano, gioia saturnina” di Giuseppe Sansonna, in onda domenica 23 marzo alle 21.15 in prima visione su Rai 5.
È una terra sensuale, venata dalla malinconia delle sue ombre saturnine. Come le sculture vive e misteriose di Arturo Martini, o come i miti di celluloide, immortalati nei meravigliosi manifesti da Renato Casaro, altro artista trevigiano. Qui, dove le guerre hanno aperto ferite, bambini millenari come Bruno Ferrin hanno piantato alberi e costruito giostre mirabolanti, alimentate solo da fatica e passione, senza consumare energia elettrica. Geniale è anche Gianfranco Zigoni da Oderzo, calciatore dissipato e irresistibile, autoironico narratore della sua leggenda. Una figura irregolare e affascinante, come Giuseppe Berto. Lo scrittore di Mogliano veneto, in pieno 1944, da una cella di un campo di concentramento texano immagina la sua Treviso rasa al suolo sotto i colpi dei bombardieri americani e scrive uno dei suoi capolavori: Il cielo è rosso. Qualche tempo dopo, mentre è in atto una guerra più sotterranea, Guido Lorenzon, mite professore della provincia trevigiana, riferisce alla magistratura di aver ascoltato progetti eversivi, espressi dal suo conoscente Giovanni Ventura. Con il suo coraggio diventa un testimone chiave, un difensore della democrazia.
Il trevigiano è una terra nobile, passionale, laboriosa: un luogo di produttività intensa e invenzione continua. Capace di esorcizzare nebbie, malinconie e lati oscuri, nel flusso generoso della sua energia.
Il giorno dopo la strage di piazza Fontana, Lorenzon aveva incontrato un suo amico, un ragazzo che conosceva dai tempi del collegio e che aveva ritrovato come libraio, editore (e filosofo). Questo suo amico, Giovanni Ventura, l’aveva invitato per una chiacchiera, e sembrava molto agitato. Ancora dopo mezzo secolo dai fatti, per Guido Lorenzon non è facile parlare di tutto quel che è successo.

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