
Il generale punico Annibale Barca, erede dell’odio verso la città che aveva messo in ginocchio la sua patria, Cartagine, quando era in vita il padre Amilcare, nel 219 a. C. provoca i Romani assediando Sagunto in Spagna, una città amica di Roma. Di lì col suo esercito attraversa l’Europa, valicando i Pirenei con i sui elefanti, fino alle Alpi.
Infligge una serie di clamorose sconfitte ai Romani nelle battaglie del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno, e infine a Canne in Puglia, non arrivando mai a marciare su Roma. Dopo aver adottato una tattica temporeggiatrice, Roma sceglie una linea aggressiva affidandosi a Publio Cornelio Scipione.
A Zama, in Africa, nel 202 a. C. Annibale viene sconfitto dall’esercito di Scipione: una battaglia che vale la guerra. Dopo il trionfo, Scipione resterà per sempre L’Africano e Annibale finirà la sua vita in esilio, avvelenandosi per non cadere prigioniero dei Romani nel 183 a.C.
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