Alla fine degli anni ’90 il giovane regista neozelandese Peter Jackson gira una trilogia cinematografica tratta dalla celebre saga “Il Signore degli Anelli”, dello scrittore inglese Jrr Tolkien. Quando uscirono nelle sale, tra il 2001 e 2003, i tre film registrarono un successo senza precedenti, collezionando, tra l’altro, anche molti premi Oscar. È solo una delle conferme di quanto “Il Signore degli Anelli” e il suo spin off “Lo Hobbit” siano immensamente popolari sebbene a lungo relegati in quella che viene definita “letteratura di genere”. Il documentario “
Tolkien. Il professore, l’anello e il tesoro”, in onda martedì 15 aprile alle 20.15 su Rai 5, racconta non solo e non tanto l’opera, quanto l’uomo e l’intellettuale Jrr Tolkien, la sua formazione e la sua unicità nel panorama letterario mondiale. Attraverso lettere, scritti e interviste si scopre che il professor Tolkien era non solo un fine letterato e un filologo, ma anche uno specialista che, basandosi sulle sue profonde conoscenze linguistiche, aveva persino inventato una lingua artificiale, il quenya, nel quale era anche in grado di comporre versi e poemi.
John Ronald Reuel Tolkien nacque a Bloemfontein in Sudafrica nel 1892 da genitori di origine inglese. All’età di tre anni, Tolkien si recò in Inghilterra con la madre e il fratello, ma il padre non riuscì mai a raggiungerli perché si ammalò di febbri reumatiche e morì poco dopo. I tre si stabilirono a Sarehole, un villaggio di campagna situato vicino a Birmingham, il cui paesaggio rurale ispirò molte scene dei suoi libri, in particolare la contea abitata dagli hobbit, protagonisti dei suoi romanzi più importanti. Tolkien era un bambino dotato di un’intelligenza precoce e imparò a leggere e scrivere all’età di quattro anni; sua madre gli trasmise la passione per fiabe e leggende antiche e per le lingue straniere.
Appuntamento assolutamente da non perdere.
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