Stasera in tv torna Di là dal fiume e tra gli alberi

“Levanzo. L’isola che non c’è”

Stasera in TV: Di là dal fiume e tra gli alberi. Stormborn
Selvaggia, solitaria, antica e immersa in una dimensione dove il tempo sembra essersi fermato. L’isola di Levanzo se ne sta come in attesa, sospesa sull’acqua limpida e cristallina del Mediterraneo, e man mano che l’aliscafo si avvicina, sembra quasi ti stia aspettando. Levanzo, la più romantica delle isole Egadi, è un luogo in cui silenzio, natura e bellezza regnano incontrastati. Un luogo che Vincenzo Saccone racconta in “Levanzo. L’isola che non c’è”, in onda domenica 27 aprile alle 21.15 in prima visione su Rai 5.
Il suo nome, di origine greca Phorbantia, doveva essere dovuto all’abbondante presenza di erba sull’isola. Il nome attuale, invece, non ha origini certe. Potrebbe derivare dal modo di estrarre l’acqua, ossia “levare in su” l’acqua dall’unico pozzo dell’isola.
Levanzo dista solo 12 km, circa 7 mila miglia nautiche, da Trapani e con i suoi 5 chilometri quadrati è la più piccola delle isole Egadi e la più vicina alla costa. Il suo mare, così trasparente da sembrare surreale, e i suoi fondali appartengono all’area marina protetta delle Isole Egadi, la più vasta d’Europa. L’isola è formata prevalentemente da grotte e anfratti, derivanti dalla costituzione della costa, composta da rocce calcaree bianche.
Il centro abitato, concentrato intorno a Cala Dogana, minuscolo, circa 200 metri di strada e una manciata di case bianche con gli infissi blu. Dal mare appare come un presepe, non ci sono auto e il silenzio è rotto solo dall’infrangersi delle onde sugli scogli e dal richiamo dei gabbiani che popolano l’isola più delle persone. Lasciando il centro abitato, a sinistra del porto, si prosegue, in buona salita, lungo una strada asfaltata che si dirige verso Pizzo Monaco, il promontorio più alto dell’isola, che raggiunge i 270 mt sul mare, dalla cui sommità è possibile ammirare un panorama unico.
L‘isola affonda le sue origini nella preistoria.

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