“Il buco in testa”

Nella sua visione Maria è centrale, e Saponangelo che la incarna si prende il centro della scena: rabbiosa, ribelle, pronta a mandare tutti a quel paese, in costante ricerca di risposte, tormentata da un’angoscia senza nome che però ha il volto da eterno ragazzo di suo padre. Ed è un piacere vederla finalmente protagonista assoluta, e accordare al suo talento tutto lo spazio che merita. Accanto a lei brilla soprattutto Francesco Di Leva in un ruolo che riassume le contraddizioni di molti uomini del sud: la voglia di riscatto e la violenza trattenuta, la generosità d’animo e l’emotività incontrollata, la dolcezza e l’irruenza. Tommaso Ragno ha invece il ruolo di Mandelli, sconfitto dalla Storia e divorato dal rimorso. Meno riusciti i personaggi di contorno, che diluiscono la storia centrale con digressioni.
Capuano si dimostra come sempre radicalmente libero nel raccontare la sua storia attraverso una protagonista che si rivolge direttamente agli spettatori e che scalcia e si dibatte lungo tutta la narrazione, ma anche attraverso gli interni popolari di Torre del Greco con la radio e la televisione sempre accese
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