Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia 

“Il muto di Gallura”

Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia
Gallura, Sardegna, metà dell’Ottocento. Il giovane Bastiano Tansu, sordomuto dalla nascita, dopo l’assassinio del fratello Michele, mette a servizio la sua mira prodigiosa con il fucile, ritrovandosi coinvolto in prima persona nella faida tra le famiglie dei Mamia e dei Vasa. È “Il muto di Gallura”, di Matteo Fresi, con Andrea Arcangeli, Marco Bullitta, Giovanni Carroni, Symara Rayner in onda per “Cinema Italia” sabato 22 marzo alle 21.10 su Rai Storia.
Dopo una settimana di anteprima nelle sale della Sardegna, è approdato anche nel resto del territorio nazionale “Il muto di Gallura”, esordio registico di Matteo Fresi. Il film è l’esito dell’adattamento cinematografico, operato dal tandem di sceneggiatori costituito dallo stesso regista, di origini galluresi, e da Carlo Orlando, a partire dall’omonimo soggetto originario di Antonio Costa (1841-1909), scrittore di origine sassarese. Definito da Manlio Brigaglia “reportage in forma di novella lunga”, il testo di Costa, per la sua natura ibrida, ha posto gli sceneggiatori di fronte a una serie di scelte piuttosto impegnative per quanto riguarda genere, linguaggio e focalizzazione del film.
L’opera di Fresi può essere considerata un biopic in quanto tratta della biografia, seppur romanzata, del bandito Sebastiano Tansu, ma per l’intreccio presenta i tratti del dramma, con evidenti debiti nei confronti del western di Sergio Leone e qualche tinta decisamente gore. Il protagonista è personaggio storicamente esistito, ma anche deformato dalla leggenda popolare. Per la grammatica di regia è nella scelta della lingua che si evince la distanza maggiore rispetto al testo di Costa: la scelta dell’idioma sardo risponde all’esigenza di ottenere una maggiore aderenza all’ambiente sociale e culturale nel quale si svolge la vicenda. A questo proposito giova ricordare che Costa, vissuto nella temperie culturale verismo, piuttosto che trarre ispirazione dagli scrittori d’oltre Tirreno, si adoperò per proporre un altro, timbro narrativo genuinamente isolano.

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