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“Sudan. La guerra dimenticata” di Valerio Cataldi
“Il mondo ha scelto di ignorare questa guerra”, dice il Direttore di Al Noun, il solo ospedale ancora funzionante ad Omdurman, a ridosso della capitale, dove centinaia di pazienti vengono curati anche in tende improvvisate perché nei reparti non c’è più posto. Sono vittime civili, ferite nei bombardamenti che colpiscono obiettivi civili come i mercati. Una strage continua che si è innescata due anni fa, ma che ha una storia lunga e complessa con radici che si estendono fino al 2019, anno in cui fu repressa nel sangue la rivoluzione dei sudanesi che aveva portato alla caduta di Omar al Bashir, il dittatore che per 30 anni aveva governato il Paese col pugno di ferro.
I due generali, Abdel Fattah Al Buhran, comandante dell’esercito regolare, e Mohamed Dagalo, capo dei janjaweed, la milizia paramilitare delle Forze di supporto rapido accusati di crimini contro l’umanità in Darfur nel 2013, avevano preso il potere con un colpo di stato nel 2021, fino a quando hanno iniziato a farsi la guerra, l’uno contro l’altro.